Luciano Moggi, il più grande disastro della Fiorentina: perché si sono messi nei guai da soli
Se questo campionato è finito da tanto per la testa della classifica, non si può dire lo stesso per gli altri posti che contano e per quelli, in basso, che tutti vorrebbero evitare. Solo all' ultima giornata infatti si deciderà chi farà compagnia a Juve e Napoli nella Champions, chi alla Lazio in Europa League e quale sarà l' ultima formazione a retrocedere, essendo coinvolte in questa lotta tante squadre, Fiorentina compresa. Con l' autorità tipica delle grandi, l' Atalanta pareggia a Torino contro la Juve e oltre a raggiungere l' Inter al terzo posto rafforza la sua candidatura per la Champions. E dimostra come si può competere alla pari con un top-club, quando si ha un condottiero senza paura come Gasperini la cui massima è «nessun timore reverenziale, grinta e autostima per dimostrare le proprie qualità contro chiunque»: i suoi giocatori hanno ben recepito il messaggio e così affrontano qualsiasi avversario senza paura. Che è l' esatto contrario di quanto sta accadendo all' Inter di Spalletti, dove il mister sembra stia predicando nel deserto. Parlare di sconfitta dei nerazzurri a Napoli è dire poco: il 4-1 racconta piuttosto la disfatta di una squadra senza anima che Spalletti definisce «senza personalità», che noi definiamo invece mancante di professionalità e senso di appartenenza. Dalla sicurezza del terzo posto si è passati addirittura alla paura di dover difendere il quarto dalle insidie dei cugini milanisti e domenica si presenterà a Milano l' Empoli che, dopo aver inflitto una lezione al Toro (4-1), farà di tutto per sbancare anche S.Siro, nel tentativo di approdare ad una salvezza che quattro settimane fa non era nel vocabolario degli uomini di Andreazzoli. Fatica il Milan a battere il Frosinone: gli uomini di Gattuso vanno in gol prima con Piatek e poi con Suso e raggiungono il quinto posto, ad un solo punto dall' Inter: Spal-Milan e Inter-Empoli di domenica decideranno chi potrà seguire Juve, Napoli e probabilmente l' Atalanta in Champions. Perde ogni speranza di inserirsi la Roma, dopo il pareggio di Reggio Emilia contro il Sassuolo, dove ha denotato i soliti limiti di un centrocampo che non riesce a servire adeguatamente i propri attaccanti. Passando alla lotta per non retrocedere, la prima citazione è per il Genoa che, a Marassi contro il Cagliari, non è riuscito ad andare oltre l' 1-1 passando così dal quartultimo posto al terzultimo, superato dall' Empoli in virtù della vittoria casalinga dei toscani sul Torino. Il Genoa sta forse pagando l' esonero iniziale di Ballardini e la stessa cosa può dirsi della Fiorentina, anch' essa impantanata nei bassifondi della classifica. L' errore più grave è stato aver dato il benservito a Pioli sostituendolo con Montella che, già nel Milan, aveva dato segni piuttosto negativi, ripropostisi oltretutto in Spagna con il Siviglia. Questi due casi dimostrano quanto sia difficile la scelta dell' allenatore perché al di là del nome serve uno a cui vadano bene le caratteristiche dei giocatori. Si intensificano intanto i pronostici sul successore di Allegri alla Juve, a detta dei critici allontanato per non essere riuscito a dare un gioco alla squadra e per non aver vinto la Champions. Se il nome più gettonato è quello di Sarri, è evidente che ai detrattori di Allegri interessa più il bel gioco delle "giocate" con le quali i campioni attuali hanno vinto e stanno vincendo; più i secondi posti in luogo delle vittorie conseguite fino ad ora. Si sente sussurrare anche il nome di Mihajlovic, che è un buon motivatore, ma forse più adatto a subentrare in corsa nelle squadre dal rendimento altalenante. di Luciano Moggi