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Ferrari, il retroscena: su Maurizio Arrivabene ha deciso John Elkann. Rischia anche l'ad Louis Camilleri

Cristina Agostini
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Cacciato Maurizio Arrivabene dopo quattro stagioni, pieni poteri a Mattia Binotto. Il colpo di scena in Ferrari ha colto tutti di sorpresa, compreso l'amministratore delegato Louis Camilleri che si trovava all'estero. Nel comunicato ufficiale della società si parla di "scelta presa di comune accordo dopo una profonda riflessione in relazione alle esigenze personali di Maurizio e a quelle della Scuderia". Con i dovuti ringraziamenti a chi ha comunque portato a casa 14 vittorie. Leggi anche: Briatore, colpo di grazia ad Arrivabene. Cacciato dalla Ferrari? "Giusto così e..." Una decisione, rivela il Corriere della Sera in un retroscena, già presa una settimana fa da John Elkann dopo una serie di consultazioni (tra cui Piero Ferrari). E che potrebbe riguardare anche Camilleri visto che ormai nessuno scommetterebbe più su un suo futuro a lungo termine in Ferrari. Binotto piace al presidente e primo azionista per l'understatement e il rigore. Esattamente le stesse qualità apprezzate da Sergio Marchionne che nel 2016 gli aveva affidato il reparto tecnico. Pare che Arrivabene avesse attribuito la responsabilità dei mancati successi ai tecnici, a una "macchina non dominante", Binotto invece gli rimproverava una gestione dei piloti poco lucida e di non aver sfruttato il potenziale di una monoposto che a lungo è stata uguale, se non superiore, alla Mercedes. Pare che ad un certo punto Binotto, durante un incontro con i vertici, abbia dato l'aut aut: o me o lui. La Mercedes lo vuole nella sua squadra. A quel punto Elkann decide: meglio sacrificare Arrivabene e conservare il gruppo tecnico.  

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