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Sebastian Vettel, le parole che spaventano la Ferrari: "Se ci fosse ancora Michael Schumacher..."

Davide Locano
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Un periodo durissimo, per Sebastian Vettel in Ferrari. Lo si capisce anche dalle parole del pilota del Cavallino in un'intervista alla Bild, dove confessa di desiderare l'aiuto di Michael Schumacher. "Se stesse bene, chiederei tanti consigli a Schumi", afferma il quattro volte campione del mondo. Insomma, vorrebbe i consigli di chi, di titoli mondiali, ne ha vinti sette. "Non tanto sul mio stile di guida - riprende -, ma sul lavoro all'interno del team e sulle politiche della Formula 1", dice ricordando "la grande esperienza di Schumacher in Ferrari". Parole sibilline, i cui riferimenti sono tutti da interpretare. Nell'intervista, il pilota di Heppenheim parla anche della lotta per il titolo iridato con Lewis Hamilton e assicura che non getterà la spugna, nonostante il distacco in classifica dall'inglese della Mercedes sia salito a 40 punti dopo la gara di Singapore. "Prima di tutto - assicura - perché posso farlo e l'ho dimostrato quattro volte, poi perché abbiamo una macchina con cui posso giocarmela e che è sullo stesso piano della Mercedes. Posso ancora diventare campione del mondo e continuerò a lottare". Anche correndo qualche rischio, come già capitato in questa stagione: "Il mio stile di guida mi ha già dato quattro titoli mondiali e 52 vittorie", evidenzia il tedesco. "Tutti hanno paura di fallire, mi piacerebbe incontrare chi non ce l'ha. E naturalmente, sono consapevole che con una certa dose di rischio qualcosa può andare storto. Ma se ti lasci troppo condizionare, la paura ti paralizza e non ti diverti più". Leggi anche: Ferrari, Vettel-Leclerc: perché la tensione è già alle stelle Un discorso che vale anche per le scelte condivise con il team: "Lo stesso vale per le strategie rischiose come a Singapore. Difenderò sempre la mia squadra. La Formula 1 è uno sport di squadra: vinci e perdi insieme. La Ferrari - conclude - è diversa (dagli altri team, ndr) perché significa di più, perché dietro ha tutta una nazione". Eppure, quel riferimento alle "strategie rischiose" resta...

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