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Conte non crede più allo scudetto: "Quest'anno sarà dura, dobbiamo dare il 110 per cento"

Dopo la brutta sconfitta contro la Fiorentina, il mister sembra alla resa. Un profilo basso che stona con chi è sempre stato battagliero

Roberto Procaccini
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La resa di Antonio Conte. Ancora più del rocambolesco 4 a 2 dell'Artemio Franchi (dove la Juve ha dilapidato in venti minuti un'ora di predominio e due gol di vantaggio), colpisce l'arrendevolezza del mister bianconero. Uno che, fino ad oggi, ci ha abituato al vigore del mediano battagliero (che era) e al cipiglio del condottiero. "Sarà molto dura per noi quest'anno - ha detto il tecnico salentino nel dopo partita - ci sono squadre molto attrezzate e il livello è competitivo". Conte pensa alla Fiorentina che lo ha appena steso, ma anche alla Roma dei record (a punteggio pieno dopo otto partite), al Napoli che si conferma anche quest'anno squadra di vertice, all'Inter, rediviva anche se claudicante, di Walter Mazzarri. Cinque squadre per i primi tre posti: Conte non lo dice, ma vede lo scudetto a rischio.Ma fosse solo il titolo nazionale il problema. C'è un ridimensionamento generale. Perché la Juve vinca, sostiene il tecnico, "bisogna dare sempre il massimo, il 110 per cento". Ok che il mister ha sempre fatto dell'agonismo la sua cifra stilistsitca, ma qui siamo di fronte a un appello in stile grande provinciale. Insomma, il cuore oltre l'ostacolo per una squadra che per due anni ha dominato il campionato italiano. 

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