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Tra droni, iPad e il gps:è il calcio grande fratello

Dai sistemi hi-tech fino agli staff che vivono di dati. Poi spuntano anche i rapporti-spia: ecco come "nasce" la serie A. E il Bologna ha uno sparapalloni

Andrea Tempestini
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Controllati, schedati e analizzati: no, non stiamo parlando del Grande Fratello di George Orwell, ma dei calciatori di serie A. L'evoluzione scientifica e tecnologica infatti sta avendo un grande peso anche nel mondo del calcio e non è un caso se negli staff degli allenatori della massima serie siano presenti molte figure che si occupano solo dell'aspetto tecnologico riguardo ad allenamenti e partite. L'esempio più eclatante è probabilmente quello della Samp. Nel ritiro di Bardonecchia gli uomini di Delio Rossi sono stati seguiti negli allenamenti da un drone- elicottero telecomandato che dall'alto filmava il lavoro. Il tutto poi viene esaminato da tecnico e staff per il perfezionamento della fase difensiva o dei calci piazzati, le geometrie dei passaggi brevi a centrocampo e in fase d'attacco. Nessun drone, ma una torretta particolare è quella che vieneusato dalla Juventus. A Chatillon infatti le prestazioni fisiche dei giocatori bianconeri venivano analizzate da un palo allungabile posto vicino al campo di allenamento, che registra tutti i movimenti dei calciatori. Una tecnologia utile ad esempio anche a correggere alcuni difetti, come quelli riguardanti la postura o la modalità di corsa. Conte tuttavia non disdegna anche i vecchi metodi: non è un segreto infatti che abbia mandato alcuni uomini del suo staff a seguire da vicino allenamenti e ritiri delle altre grandi big europee, per coglierne qualche segreto. ANALISI STATISTICHE Anche all'Inter si utilizzano metodi più classici, nonostante il gps per analizzare la corsa in preparazione sia stato amico fedele dei calciatori. Walter Mazzarri è solitamente alle prese con foglie e foglietti sui quali sono disegnati schemi e tattiche, spesso quelle degli avversari riportatigli dal fido Claudio Nitti. È lui la spia che è stata beccata a Pechino prima della Supercoppa Juve-Napoli e a filmare col telefonino gli allenamenti del Genoa vestito da pensionato con la spesa. Chi fa grande uso della tecnologia è il suo vice Nicolò Frustalupi, maniaco del computer: tramite video e software particolari studia così gli avversari. Ma non solo: sul pc, fin dai tempi della Pistoiese, quando curava anche il sito web della squadra, tiene tutte le statistiche di ogni giocatore, avversari compresi. Dall'altra parte del Naviglio c'è un figlio d'arte proprio come Frustalupi (il padre Mario vinse lo scudetto con l'Inter). È Andrea Maldera, figlio di Gino e nipote di Aldo, nello staff del tecnico rossonero dai tempi di Leonardo, che lo volle con sé perché aveva «bisogno di informazioni scientifiche sugli avversari». Maldera fa il tattico e l'uso del computer, anche in panchinadurante le partite, èuna delle sue mansioni principali. Un po' meno tecnologico ma sicuramente di grande effetto è anche la macchina sparapalloni utilizzata dal Bologna (ma qualche volta anche dalla Juve) per allenare i portieri. Consente di lanciare la palla fino a 140 km/h con un'ampia gamma di effetti: si va dal tiro senza rotazioni alla palla carica dell'effetto Magnus, la «maledetta » di Pirlo resa famosa da Fabio Caressa, con la sfera che si abbassa all'improvviso, con una precisione che sarebbe difficile da replicare calciando semplicemente il pallone con i piedi. C'è anche chi però utilizza la tecnologia, ma affina anche la preparazione sul campo. È il caso della Fiorentina, visto che fanno parte dello staff tecnico di Vincenzo Montella due figure particolari. La prima è quella di Gianni Vio, stratega dei calci da fermo. Scoperto da Walter Zenga, che lo portò prima alla Dinamo Bucarest poi in Italia al Catania, divennefamoso per il gesto di Plasmati, che si abbassò i pantaloncini durante una punizione (anche se Vio non confermò la paternità del gesto): suo il libro “Più 30 per cento”, che corrisponde alla quota di gol ottenuti su calcio piazzato seguendo i suoi dettami. In Sicilia trovò poi Montella, che decise di portarlo con sé a Firenze.  MAGO DEL CALCETTO Da quest'anno nello staff trova spazio anche Riccardo Manno, primo collaboratore tecnico di Roberto Menichelli, ct dell'Italia di calcio a 5. Venendo dal calcetto, la specialità di Manno è l'insegnamento dello smarcamento senza palla, senza considerare anche i movimenti e i passaggi nello stretto in velocità. Inoltre ha stupito Montella per la capacità di unire allenamenti fisici e tattici: il tecnico viola è infatti rimasto affascinato da una pubblicazione di Manno intitolata: «L'allenamento integrato nel calcio a cinque». La tecnologia va bene, sembra l'idea di Montella, ma stiamo parlando pur sempre di uno sport che va anche allenato con la palla. E, visti i risultati, forse non ha tutti i torti. di Matteo Spaziante

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