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Milan, addio ad Allegri a fine stagione?

Onorevoli gole profonde: "Il Cav darà la squadra a un rossonero". Seedorf in pole, Donadoni l'alternativa. Max? A Roma

Andrea Tempestini
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di Francesco Perugini Pena “Capitale”. È questa la punizione decretata da Silvio Berlusconi per Massimiliano Allegri: da Roma - dove l'ex premier ha preso la sua decisione tra una riunione politica e l'altra - a Roma, dove il livornese potrebbe accasarsi a fine stagione.  La delusione per il ko con la Juventus - che ha rovinato persino la soddisfazione per la rielezione di Napolitano - avrebbe spinto il patron del Milan a ordinare la rivoluzione sulla panchina rossonera. Nemmeno le telefonate con Adriano Galliani - da sempre sponsor di Allegri anche nei momenti più bui - sarebbero riuscite a far cambiare idea all'ex premier. «Il presidente è serenissimo», aveva garantito nel pomeriggio all'assemblea dei soci il massimo dirigente rossonero. «Il Milan fuori dalla prossima Champions League? Spero proprio di no, perché altrimenti sarei preoccupatissimo», la replica serale dello stesso Berlusconi. Una questione di superlativi che svela la tensione in casa Milan dopo il ritorno della Fiorentina a -1. Sopravvissuto alla crisi di inizio anno, Allegri potrebbe dunque  pagare a caro prezzo quella di primavera. Anche se a fine stagione dovesse riuscire a conservare il terzo posto.  A far arrabbiare il patron è soprattutto l'atteggiamento troppo debole della squadra contro Fiorentina, Napoli e Juve. Tre big match sciupati come tanti altri: nelle ultime due stagioni, infatti, il Diavolo ha vinto appena 4 scontri diretti su 23 (resta la Roma al penultimo turno). Nel 2011/12 due successi sulla Roma di Luis Enrique, quest'anno l'1-0 a San Siro contro i bianconeri e il 3-0 alla Lazio. Per il resto tre ko e un pari nei derby, tre punti due punti coi viola e tre col Napoli. Troppo poco per uno come Berlusconi che reputa la propria squadra alla pari persino con il Barcellona: e i fatti - almeno fino al 2-0 dell'andata degli ottavi di Champions - sembravano dargli ragione.  E il 4-0 del Camp Nou è un'altra macchia sul curriculum di Allegri, insopportabile per il presidente “più titolato al mondo”. Tra una riunione e l'altra in Transatlantico, c'è stato anche il tempo per parlare di calcio e Berlusconi ha svelato ai suoi fedelissimi l'intenzione di anticipare di un anno la fine del rapporto con Allegri, senza più aspettare i Mondiali 2014 per poter corteggiare Cesare Prandelli. Bocche cucite tra i parlamentari Pdl sul nome del successore, ma ribadito il criterio di scelta: il pedigree rossonero.  Tante le opzioni sul banco, preferite persino al pallino Montella: la più accreditata resta quella di Roberto Donadoni. Come il suo maestro Sacchi, il primo acquisto del Berlusconi presidente tornerebbe a Milanello dopo aver fatto meraviglie a Parma. Affascinanti le piste per due ex cervelli del centrocampo: Van Bommel e Seedorf. Per quest'ultimo pesa anche il rapporto di stima personale con il patron, anche se per entrambi si tratterebbe della prima esperienza in panchina. Rino Gattuso fa invece pratica a Sion, mentre Filippi Inzaghi è destinato a un ulteriore anno di gavetta con la primavera (solo suggestioni Van Basten e Rijkaard).  Per le casse societarie e per lo stesso Allegri si tratterebbe di un addio indolore. Per il mister toscano infatti è già pronta un'offerta da parte della Roma. Dopo gli ultimi risultati, le quote di Andreazzoli sono precipitate. Nemmeno la vittoria della Coppa Italia garantirebbe all'ex secondo di Spalletti la permanenza come capo-allenatore. Accordo fino al 2016, gli uomini giusti per il 4-3-3 e un progetto ambizioso: tutto quello che Max può chiedere al suo prossimo contratto. Niente male come pena “Capitale”.

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