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Il Bayern stronca la Juve, Beckenbauer: "Buffon pensionato". E Conte chiede acquisti

Dopo la lezione dell'Allianz Arena la stampa tedesca deride i bianconeri: "Amore, abbiamo accartocciato la Juventus". Il tecnico: "Troppe differenze economiche"

Marta Macchi
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Lo spread tra le due potenze scese ieri in campo è manifesto, indiscutibile, forse invalicabile nei soli 90 minuti rimanenti. Politica? No solo calcio anche se, a vederci bene, sembra che le due cose un po' si equivalgano. L'unica rappresentante italiana rimasta in corsa per il trofeo dalle grandi orecchie subisce la forza tedesca che, più preparata e meglio disposta in campo, travolge con un secco 2-0 i neofiti bianconeri. Troppo Bayern per la piccola europea Juventus nei quarti di finale di Champions. La squadra di Conte non ha superato il test dell'Allianz Arena e adesso si becca pure una buona dose di derisione made in Germania. Lo sberleffo lascia i graffi nell'anima, più che fisicamente, perché gli uomini di Conte non sono mai entrati in partita per sbucciarsi le ginocchia. Non sono bastate le pallonate ricevute in campo, ad infierire sugli inadatti anche Franz Beckenbauer, presidente emerito del Bayern Monaco e opinionista Sky, che a proposito delle due reti subite martedì sera dalla Juventus, che ne hanno siglato la sconfitta per un risonante 2 a 0, ha detto: "Alaba ha tirato da molto lontano, da 120 metri, per cui Buffon aveva tutto il tempo di prenderla nonostante la deviazione di Vidal, ma mi è sembrato un pensionato. Forse non pensava che calciasse da così lontano, ma quel tiro doveva prenderlo. Comunque la Juve in tutta la partita non ha avuto una limpida palla-gol". Anche l'ex Bayern Michael Ballack imperversa sugli sconfitti, andando a pungere nel vivo proprio il mister: "Da parte della squadra italiana ho visto molta difesa e solo palle lunghe per uscire in attacco". Spettri passati - La stampa tedesca, mai stata troppo benevola nei confronti delle italiane (2006 docet), ha ovviamente gioito della conquista bavarese celebrando l'11 di Heynckes e sbeffeggiando con sonore bastonate l'orgoglio ferito dei torinesi: "Vecchia signora? Vecchio signore! Buffon fa esultare il Bayern" recita il magazine di Monaco Tz. Il tabloid specializzato 11Freunde ha invece ironicamente titolato: "Amore, abbiamo accartocciato la Juventus" aggiungendo poi in un commento: "Così forte la Juventus non era. Dopo tutti gli avvertimenti degli esperti su questa strada straordinaria. Era tutto qui". Ridono, sghignazzano, se la godono insomma, come forse è giusto che sia, dopo aver schicciato nella propria metà campo la squadra campione d'Italia: soddisfazione maggiore ergo. Per Antonio Conte però la sconfitta di Monaco in Champions League ha evidenziato non solo una sostanziale differenza di forma fisica tra le due squadre ma anche un gap nelle risorse economiche investite da inizio stagione: "Il Bayern ha speso 48 milioni per un solo giocatore, Javi Martinez, e lì finisce ogni discorso. Loro spendono, e la differenza si vede". E poi aggiunge polemico: "Non bastano paletta e secchiello per costruire uno squadrone". Non serve certo una decina di saggi per comprendere ciò che, neppur in maniera tanto velata, l'allenatore ha voluto esprimere: alla Juve serve grinta ma soprattutto un talentuoso organico, e quindi esborsi da parte della società, che sia in grado di affrontare la pressione e lo sforzo fisico di certe partite (prendendo a prestito una citazione: "Matri e Quagliarella morti che parlano"). E' davvero finita? - Il tecnico bianconero però non molla: "Sappiamo che il calcio è imprevedibile, ma l'impresa sarà veramente molto ma molto difficile. Perché oltre al risultato negativo, di fronte c'è una squadra davvero forte. Noi prendiamo questo doppio confronto come un'esperienza che ci fa capire a che punto siamo arrivati e dove dobbiamo ancora migliorare. La partita l'abbiamo preparata bene e proprio in questa maniera: ma questa sera il Bayern era davvero molto più forte di noi. Hanno dimostrato grandi qualità, quindi complimenti a loro. Noi sappiamo che siamo tornati competitivi in Italia e dobbiamo lavorare per migliorare sempre di più. Ho sempre detto che la Champions per noi è un sogno e continueremo a cullarlo". L'ingenua Juventus dovrà sopperire alle carenze facendo di necessità virtù e mostrandosi in primis squadra, unico modo per tentare di battere la preferita tedesca. E mentre qualche testata germanica ridacchia, godendosi già le semifinali, qualcuno asserisce: "Sarà abbbastanza?" dopo che la squadra ospitante ha "sprecato un'infinità di occasioni per aumentare il vantaggio" o "Avremmo dovuto fare un gol in più". Il settimanale Stern, bando alla scaramanzia, invece osa: "La Porta per la semifinale di Champions League è spalancata" e il tabloid Bild fa eco: "Questa vittoria è già semifinale". Attenzione però a far troppe previsioni, certo la remuntada è parecchio difficoltosa e ardua soprattutto contro uno schieramento in forma strepitosa, ma se è vero che la storia serve da insegnamento, gli spettri passati dovrebbero istruire sul fatto che spesso non tutto va come ci si aspetta. D'altronde il 3 luglio 2006, alla vigilia della semifinale Germania-Italia a Dortmund, il giornale Der Tageszeitung titolava: "Undici piccoli italiani" e tutti poi sappiamo come è andata a finire.

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