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Big match di Champions: Milan -BarcellonaMa l'impresa non è facile come sembra

Il Milan esulta dopo la vittoria a San Siro

Vietato chiudersi, dimenticare il 2-0 di San Siro: al Camp Nou il Diavolo cerca il pass per i quarti. Nei piedi e nella testa del trio d'attacco il segreto per la vittoria

Nicoletta Orlandi Posti
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di Alessandro Dell'Orto Più difficile oggi che nella gara di andata. Sì. Sembra un controsenso, ma il football spesso - e per fortuna - ci regala situazioni come queste, che sul campo finiscono per capovolgere quello che ti suggerisce la logica. Il Milan si gioca l'accesso ai quarti di Champions League al Camp Nou  e parte dal 2-0 dell'andata, il trionfo storico è lì a un passo, basta poco, si sente già il profumo dell'impresa, il Barca è costretto alla grande rimonta e deve fare tre reti tre senza subirne, un piccolo errore ed è la fine (loro). Pensata così, distrattamente, verrebbe da dire che questa volta la squadra favorita è quella di Allegri, vogliamo mettere rispetto al match di San Siro con i rossoneri, alla vigilia, in soggezione e quasi spaventati, frastornati da una stagione di alti e bassi e con la paura di un'Eurofiguraccia contro la squadra di fenomeni? Eppure, non è così.  E non solo perché ci sono di mezzo il fattore campo, l'ambiente, la tensione. Non è così perché - proprio tatticamente  - quella di stasera sarà una gara difficilissima, complicata. Molto più di quella dell'andata. Quindici giorni fa il Milan ha interpretato una partita perfetta e non ha fatto l'errore di chiudersi e basta, ma è ripartito con intelligenza, tenendo il ritmo alto a metà campo, giocando con grande aggressività e ingabbiando Messi - senza commettere l'errore di marcarlo a uomo, come aveva suggerito Berlusconi - che fuori casa e contro il calcio italiano va in depressione. Era l'unica tattica che poteva portare alla vittoria. E così è stato. Ma, mentalmente, era più facile di oggi. Già, la testa. È qui che i rossoneri dovranno essere perfetti per completare il miracolo. Al Camp Nou questa sera la squadra di Allegri dovrà dimenticare il risultato dell'andata, perché altrimenti sono guai. Se giochi pensando troppo ai due gol di vantaggio, inevitabilmente, ti viene da chiuderti dietro per gestire il vantaggio. E così dai campo ai blaugrana che ti stordiscono con il possesso palla, ti pressano là dietro e non ti fanno mai uscire e prima o poi segnano, con una manovra organizzata o un colpo di un fuoriclasse. E se lo fanno nella prima mezz'ora, poi diventa davvero tutto più complicato. E ti fregano.  Ecco, è questa, soprattutto, la cosa da evitare. La squadra di Allegri dovrà essere capace di giocarsela con coraggio. Comunque. Difendersi con aggressività, certo, avere grande forza fisica a centrocampo (e il trio Montolivo-Ambrosini-Flamini è una garanzia), ma poi anche gamba, idee e corsa per ripartire, per far capire al Barcellona che è vulnerabile. E saranno fondamentali i tre davanti (Pazzini è ko), Niang-Boateng-El Shaarawy, sono attaccanti di movimento. Dovranno sacrificarsi a difendere e poi ripartire, con tagli, allunghi a cercare la profondità. E, all'occorrenza, dovranno tenere palla, subire fallo, far salire i compagni, farli rifiatare. Magari segnare. Perché una rete, quella sì, farebbe diventare questa super sfida una grandissima impresa. La più grande. Sicuramente più di quella di andata.

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