Stramaccioni intoccabile all'Inter: e se il predestinato fosse solo fortunato?
Giovane, spigliato, furbetto: "Strama" ha la fiducia di Moratti nonostante qualche flop di troppo. E intanto tecnici più bravi ma meno reclamizzati, Guidolin in testa, non avranno mai la grande occasione
di Vanni Zagnoli E lui là, tranquillo, sulla panchina dell'Inter. Paziente, al microfono, a raccontare l'ennesima figuraccia dell'Inter. Da novembre, non ha vinto 10 partite. “Il Tottenham era più in condizione di noi, lo sapevamo”. Andrea Stramaccioni, 37 anni, è un mistero del calcio. E' arrivato sulla panca più difficile d'Europa vincendo molto con i giovani e la Champions primavera. Dicono sia un predestinato, probabilmente diventerà un ottimo tecnico, ma di qui a meritare quest'opportunità ce ne passa. Vinse il derby di ritorno, la scorsa stagione, l'andata di quest'anno e spezzò l'imbattibilità della Juve, ma il livello medio della prestazioni non arriva al 6. Troppe sconfitte, varie prestazioni non da Inter. Allora perché resiste? Beh, certo, ha l'atteggiamento giusto e sta sempre dalla parte del presidente. Tutti gli allenatori dell'era Massimo Moratti avevano più titoli eppure sono stati più discussi. Dal '95, vennero congedati dalla Milano nerazzurra Osvaldo Bagnoli e Ottavio Bianchi, Roy Hodgson e Gigi Simoni, Mircea Lucescu e Marcello Lippi (dimesso); Marco Tardelli e Alberto Zaccheroni, Roberto Mancini e Rafael Benitez, Giampiero Gasperini e Claudio Ranieri. Tutta gente che ha vinto campionati o coppe, almeno di serie B. Solo Mourinho e Leonardo hanno piantato in asso il presidente e non viceversa, figurarsi se l'allenatore più giovane e meno conosciuto nella storia meneghina poteva non avere problemi. In campo e fuori, vedi le scintille con Cassano. Tantopiù con quell'aria da supponente: basta vedere come si atteggia quando vince (a Torino) o come replica alle critiche quando la sconfitta non è esagerata, nelle proporzioni. Guidolin da 25 anni e Delio Rossi da 20 non sbagliano quasi mai, coniugano risultati e gioco, eppure all'Inter non andranno mai e neanche alla Juve o al Milan. Mazzarri al Napoli è un re, talvolta fischiato, ma la triade di grandi non lo considerara. Persino Elio Gustinetti e Claudio Foscarini da lustri danno spettacolo eppure mai avranno una bella chance, probabilmente neanche in serie A. Gustinetti spesso litiga con i presidenti, quando si avvicina il traguardo della promozione si fa prendere dall'ansia e diventa intrattabile. E poi non ha la faccia da Inter. Né quel mago del Veneto, il Ferguson italiano, da un decennio al Cittadella. Esistesse la meritocrazia, nel calcio, sarebbe lui, a Milano. Ha ragione Giuseppe Papadopulo, infallibile dal '94 al 2009 (Europa, promozione o salvezza) e a 65 anni passato di moda: "Stramaccioni faceva forse l'osservatore, per l'Inter, adesso l'allena. Nel nostro lavoro sono molto utili il sorrisino e la battuta, il sapersi far prendere in giro”. E un tecnico adesso in Inghilterra, nello staff di un club prestigioso, fuori intervista: "Cosa mi parla di curriculum, di risultati, se quello allena l'Inter?". Certo, Mancini, Montella e Guardiola sono arrivati subito alle grandi squadre, però sono stati campioni o quasi. Donadoni ebbe la nazionale senza avere dimostrato granchè ma aveva completato la propria gavetta e fatto benino ovunque, a parte Napoli. Strama è molto attento alle pubbliche relazioni, negli scorsi mesi fece il giro delle redazioni dei quotidiani per farsi intervistare. Prendete Aurelio Andreazzoli, alla Roma a 60 anni, ma lui ha pazientato, prima di avere una chance analoga. “Stramarroni”, lo chiama il distratto Moratti nel cartone animato de La tribù del calcio, quasi ogni settimana. Beh, sono stra...pieni i cosiddetti dei tifosi, con tutte quelle goleade esterne, 9 sconfitte nelle ultime 11 partite in trasferta. Prima di affermarsi all'Inter, Strama dovrebbe proprio andare alla Massese, ripassi fra 20 anni. Arrigo Sacchi si rivelò nelle giovanili del Cesena, fece però molto bene al Rimini e diede spettacolo con il Parma, portato dalla C1 alla serie A sfiorata. Se Cassano ha perso la pazienza e lo provocava continuamente (“Ecco, sentiamo il nostro Mourinho”), di certo incide anche l'atteggiamento dell'ultimo arrivato che prova a fare il primo. Poi, per carità, magari vincerà tutto e in fretta come Guardiola al Barcellona o lo stesso Conte (spera) alla Juve. Lo stesso Villas Boas, più giovane di un anno, ha fallito solo al Chelsea. Però nel calcio come nella società le grandissime opportunità andrebbero meritate. E allora decine di allenatori italiani andrebbero considerati prima di lasciare Strama alla guida della Beneamata.