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MotoGp, Valentino Rossi secondo: che duello con Marc Marquez

Andrea Tempestini
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Sorpasso e controsorpasso. E ancora un altro sorpasso e un altro controsorpasso. Una goduria pazzesca, un'esaltazione continua, uno spettacolo travolgente. Merito di Valentino Rossi e Marc Marquez, finalmente insieme il mito e il suo designato erede, spalla a spalla, competitivi, solidi, belli “incarogniti”. Un duello mancato e rinviato per troppo tempo, un conto in sospeso da risolvere e chiudere, un confronto tanto atteso quanto temuto, che trova così la massima espressione sul circuito qatariota, all'esordio stagionale, sotto le luci della ribalta di una notte nel deserto. Al termine di una gara al cardiopalma, fatta di grandi rimonte, cadute inaspettate e battaglie di gruppo, gli occhi dello spagnolo e dell'italiano tradiscono una felicità e un divertimento puro, una gioia adrenalinica e una soddisfazione, che prescindono dalla classifica e dal risultato, dal vincitore e dal vinto. Perché l'uno vuole ed ha ancora qualcosa da dire, l'altro vuole ed ha molto da imparare. Emozioni ed eccitazione, larghi sorrisi e sguardi furbi nel parco chiuso ben rispecchiano gli animi dei due protagonisti: un Rossi mai domo e rinvigorito, un Marquez affamato e fiero di aver ritrovato il proprio mentore. Il passaggio di consegne già appurato dai più pare, dunque, dover ancora compiersi e se queste sono le premesse prepariamoci a un menù per palati fini. Sportellate, colpi di genio, pieghe e traiettorie al limite potranno e saranno le portate principali, cui potranno unirsi anche altri commensali, nuovi e vecchi nomi, in virtù pure di un regolamento discutibile ma al momento sicuramente efficace. La gara dice che stavolta sono loro due a prendersi la scena e che i valori in campo e l'ordine delle cose sono stati più o meno rispettati, alla faccia delle polemiche e dei timori della vigilia. In definitiva questo è ciò che conta e se sarà soltanto l'inizio di un bellissimo scontro/incontro tra capolavori della natura solo il tempo, tra una staccata e una derapata, lo dirà. di Giulia Volponi

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