Milan, Lucci, capo ultrà della Curva Sud: "Giù le mani da Seedorf, a Galliani serve un aiuto"
Torna la pace apparente in casa Milan dopo l'incontro tra Adriano Galliani e Clarence Seedorf, ma i tifosi rossoneri non si arrendono. Domenica scorsa gli ultras aveva messo sotto accusa lo storico ad. Per tutta risposta sul banco degli imputati c'è finito l'allenatore olandese, sotto esame tra Lazio (domani) e Firenze (mercoledì). «È stato bravo a spostare l'attenzione sugli altri», attacca Luca Lucci, responsabile della Curva Sud. Lucci, a chi si riferisce? «A Galliani. Non si è reso conto che nemmeno Mourinho salverebbe questa squadra, la rosa non è adeguata». Contro il Parma vi aspettavate un'altra reazione? «È difficile anche per i ragazzi: manca l'entusiasmo e la tranquillità societaria. Tanti giocatori non possono fare più di quello che stanno mostrando. Con troppi parametri zero, non puoi vincere la Champions». Ma come si fa a contestare Galliani dopo 28 anni di vittorie? «Ha fatto tanto di buono, ma grazie ai fondi del presidente. Finché c'era Leonardo i grandi campioni sono arrivati, poi il brasiliano ci ha tradito ed è stato giusto mandarlo via. Da allora l'ad ha iniziato a fare tutto da solo, circondandosi delle persone sbagliate. Serve una rete di osservatori e qualcuno che sappia scovare i campioni prima degli altri». Si fa il nome di Sean Sogliano. È quello giusto? «Lui è in gamba, ma ci sono tanti dirigenti competenti. Bisognava svegliarsi tempo fa». Ma senza i soldi del presidente come si risale? «Abbiamo appoggiato il patron quando ha detto con chiarezza: “Il Milan deve reggersi con le proprie gambe”. Si doveva ripartire con giovani talenti italiani, poi si è fatto un mercato come quello di gennaio e ora si parla di vendere De Sciglio. Il piano di Berlusconi non è stato rispettato da chi lavora sotto di lui». Difendete Seedorf? «Noi difendiamo il Milan. È un dato di fatto che questa formazione sia stata costruita male, nemmeno Allegri che non è uno stupido è riuscito a farla rendere. Chi è responsabile di questa situazione deve riconoscere i propri errori». Cambiare panchina non è la soluzione? «L'avevamo detto anche noi che Clarence non era un tecnico, ma quello che è mancato davvero sono i rinforzi a gennaio. Il giorno dopo la nostra contestazione, le prime parole del presidente sono state in difesa di Seedorf: vuol dire che anche lui è d'accordo con noi». Sembra che i giocatori siano irritati col tecnico per aver detto proprio a voi tifosi «tre quarti della rosa sono da buttare». «Quella discussione è avvenuta proprio a Milanello davanti a diversi calciatori. E Clarence non ha mai detto quelle cose. Intendeva dire che non era questo il Milan che si aspettava di trovare: una squadra a terra per forma fisica, mentalità e morale. Non ha mai parlato male di nessuno dei suoi uomini, è stato sempre gentilissimo e per lui sono tutti bravi ragazzi». Dallo spogliatoio filtra il malumore per alcune abitudini del tecnico. Il gruppo ha sempre ragione? «I giocatori devono stare zitti e lavorare. A meno di maltrattamenti, non puoi lamentarti se guadagni così tanto. Sono viziati. Bisognerebbe legare gli stipendi ai risultati». Avete condannato anche Mario Balotelli? «Io lo terrei, ma solo con un'altra testa. Se chi lo vede pensa che possa maturare, va riconfermato. Ma se c'è solo una perplessità, va allontanato». La Digos vi ha definito la tifoseria più violenta d'Italia. È così? «Se la prendono con dei ragazzi che verranno poi assolti in tribunale, ma intanto gli rovinano la vita. Non è possibile ricevere 35 Daspo per la contestazione più pacifica d'Italia». di Francesco Perugini