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Razzismo sui campi da calcio:la polizia fermerà le partite

Kevin Prince Boateng

La procedura (mai applicata) viene ribadita dall'Osservatorio: in presenza di segnali di intolleranza, l'arbitro coinvolgerà il dirigente del servizio di ordine pubblico

Andrea Tempestini
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L'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, convocato dopo le polemiche seguite all'interruzione dell'amichevole tra Pro Patria e Milan, ha ribadito che in caso di episodi di razzismo negli stadi, l'unico soggetto che può decidere lo stop alla partita, su segnalazione dell'arbitro, è "il dirigente del servizio di ordine pubblico. L'Osservatorio, inoltre, ha approvato all'unanimità una specifica determinazione in quattro punti (alla riunione ha preso parte anche Antonello Valentini, direttore della Figc). La decisione - In presenza di segnali di razzismo, intolleranza o antisemitismo, l'arbitro potrà provvedere, anche su segnalazione dei calciatori, ad investire tramite il quarto uomo il dirigente del servizio di ordine pubblico, che sarà l'unico resposnabile della decisione di sospendere la partita. La medesima informazione potrà esser data dal rappresentante della Procura Federale, nel caso in cui fosse preente. Lo stesso Dirigente del servizio, in presenza di espressioni di razzismo, valuterà in ogni caso la possibilità di non avviare o sospendere l'incontro (anche temporaneamente) per consentire la diffusione di messaggi di richiamo per le tifoserie. Il Gos - Il Coordinatore del Gos (Gruppo Operativo Sicurezza), che è presente in ogni stadio, organizzerà delle esercitazioni con la finalità di testare il flusso delle informazioni, l'efficacia dei piani di emergenza e la conoscenza delle procedure da parte degli steward e degli operatori delle Forze di polizia. La Figc, di concerto con le leghe, si prodigherà nelle attività di informazione e formazione sul tema, coinvolgendo gli organismi federali competenti in materia e tutti i soggetti ritenuti sensibili.

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