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Armenia amara per Zeman: Osvaldo segna e poi lo punge

L'Italia vince con gli scontenti della Roma. L'attaccante: "In campo i risultati del mio lavoro". Se non va in campo, quindi, la colpa non è sua

Roberto Procaccini
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E' lo spogliatoio della nazionale italiana o della Roma? Poco importa quando i due match winner della selezione azzurra sono le vittime illustri della battaglia di Zdenek Zeman contro l'ambiente giallorosso. Dall'Armenia Danele De Rossi e Pablo Osvaldo inviano un segnale chiaro e diretto al tecnico boemo: non siamo noi il problema. Postpartita - De Rossi, capitan Futuro per la piazza romanista, non parla con la stampa. Si tiene stretti goal, assist e l'81esima presenza in nazionale (è il giocatore della storia giallorossa con più reti e presenze in nazionale) e fila diritto. Più loquace è l'italoargentino Osvaldo: "Mi si può dire tutto, tranne che non mi impegno. Mi dispiace sentire che l'allenatore dica certe parole - e se non si fosse capito, aggiunge - Cerco sempre di dare il massimo per la Roma come per la Nazionale”. Parla per sé, l'attaccante, "e penso anche per Daniele: il lavoro paga e si vede in campo". Il problema, quindi, è che se in campo non è schierato (come è capitato per ragioni disciplinari in occasione di Roma-Atalanta, l'ultima di campionato prima della sosta) non si vedono né il lavoro né i goal. Il messaggio a Zeman è lanciato.

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