Italia-Germania 4 a 0 Con noi perdono sempre
Spagna, arriviamo. I tedeschi, quelli che non avevano paura, cadono ancora sotto i colpi di un'Italia organizzata, preparata, in forma e orgogliosa: un 2-1 perfino stretto. Siamo il loro tabù, facciamo la storia. Gli azzurri, con il lutto al braccio come omaggio a Manuele Braj, il militare 30enne ucciso lunedì scorso in Afghanistan, partono contratti, nonostante l'azione manovrata al 5', quando Neuer anticipa tutti. I tedeschi prendono subito in mano la situazione; al 7' Hummels interviene su un corner da destra e Buffon, uscito a vuoto, si ritrova incredulo la palla fra i guanti dopo il salvataggio del provvidenziale Pirlo sulla linea. Viva l'uomo sul palo, che non si vede quasi più. Il ritmo è buono, lo impone la Germania, Kroos (più centrocampista, preferito a Muller) è schierato da Loew quasi a uomo su Pirlo, aiutato a turno da Podoslki e Özil ma è Khedira a farci sobbalzare: incursione sulla quale Buffon esce ancora a mani molli. La Germania è meglio schierata in campo, più alta e più corta, per darci subito una mazzata e sfiancarci, prima nella testa che nelle gambe. Noi rispondiamo con tanti lanci in profondità per Balotelli, ma pescarlo a spalle girate e isolato non serve. Va meglio infatti quando proviamo palla a terra, e arriviamo al tiro con Montolivo e Cassano. È solletico per Neuer, ma fiducia per noi. E infatti, al 20', Fantantonio ne fa fuori due e crossa in area sul passo d'appoggio; frega Badstuber, frega Neuer ma non Balotelli: 1-0, esultanza di liberazione. La reazione tedesca non è veemente, un errore di posizionamento di Chiellini, però, manda Boateng al cross dove un provvidenziale Balzaretti libera. Scampato il pericolo, Montolivo si mangia tutto sul ribaltamento, quando, imbeccato da Cassano a cinque metri da Neuer, si addormenta. Emozioni continue, Khedira, uno dei più performanti, lancia un petardo sotto la traversa sul quale Buffon si riscatta. Ma è la sera di SuperMario: assist di Montolivo, Balotelli scappa inprofondità sulla linea del fuorigioco ed esplode una bomba a fil di palo: è il 36', 2-0, maglia tolta e ammonizione. Loew si siede e va in trance, ridisegna la squadra: bocciati Podolski e Gomez, trasparenti, dentro Klose e Reus, eroi contro la Grecia. E infatti il 22enne del M'Gladbach entra subito in partita, l'inerzia muta, Chiellini è in affanno, non riesce a contenere Khedira che lo attacca da ogni dove, Lahm alza sopra la traversa. Il campo è tedesco, Özil pesca il solito Khedira, anticipato da un monumentale Barzagli. Siamo in apnea, non teniamo più palla davanti e i nostri centrocampisti si fanno un mazzo per otto. E allora, al 13', Prandelli decide il primo cambio ma senza snaturare il rombo, fin lì perfetto: fuori Cassano (fosforo e corsa) per Diamanti. Rimettiamo così la testa fuori, Balotelli tenta la tripletta con un diagonale destro. È una parentesi, il cronometro è lento, Buffon fa gli straordinari su una punizione di Reus al 17'. Prandelli rimescola ancora, togliendo Montolivo per Thiago Motta. E mentre la Germania tira il fiato, Diamanti pesca Marchisio che in contropiede spreca il 3-0. Al 24' i crampi eliminano Balotelli, che però avrebbe continuato: ma il ct inserisce Di Natale. Che al 29' sarebbe solo davanti porta, ma Marchisio decide di non servirlo sprecando un facile 3-0. Si soffre, la difesa non sbaglia più un movimento, Chiello si tira giù i calzettoni, Diamanti e Di Natale buttano nel cesso altri due contropiede, con i tedeschi in piena paranoia. E allora concediamo loro un rigore al 92', un mezzo mani di Balzaretti: Özil dal dischetto accorcia, ma la notte dei tedeschi sarà stata lunghissima, come l'ultimo minuto d'assedio. La nostra, invece, azzurra: solo l'ira funesta di Buffon, nel finale, è una piccola macchia in una serata perfetta. di Tommaso Lorenzini