Pirlo e gli esterniper battere le "furie rosse"
Iberici più forti e esperti nei singoli, ma all'Europeo non ci hanno mai segnato. E sulle fasce hanno più di un difetto
Non ci hanno mai segnato. E non devono farlo nemmeno stavolta. Prandelli vuole attaccare, ma forse solo catenaccio può salvarci dall'ondata spagnola: lo insegna la storia. Nei tre precedenti agli Europei, le Furie Rosse non hanno mai segnato: sconfitti 1-0 dal gol di Vialli 24 anni fa, nel 1980 e nel 2008 tra azzurri e iberici è finita 0-0. Quattro anni fa contro la squadra di Donadoni, la favola della Spagna iniziò solo grazie ai rigori. Sperare è dunque lecito, perché le individualità azzurre hanno poco da invidiare alla formazione di Del Bosque. E se anche la sfida in panchina sembra condannarci (con tutto il rispetto per Prandelli, il ct iberico ha vinto due Liga e due Champions con il Real Madrid prima dell'accoppiata Europei-Mondiali), forse la situazione non è poi così drammatica. Buffon, ad esempio, non ha nulla da invidiare a Casillas. E con tante critiche da scacciare, il nostro numero 1 darà il 101%. Così come Chiellini, più forte di Ramos in marcatura. Impietoso invece il confronto tra Piquè e gli altri nostri centrali: ma se Guardiola l'ha tenuto fuori per mesi forse il signor Shakira non è proprio al top. Alla pari anche la sfida tra gli “scudi” De Rossi e Busquets: dalla parte del catalano c'è solo il vantaggio di giocare nella sua posizione naturale al contrario dell'azzurro. Pirlo a parte (per esperienza è qualità può far meglio di Xabi Alonso), sarà il centrocampo il reparto più in sofferenza. Silva e Xavi hanno una marcia troppo diversa da Marchisio e Thiago Motta: i due azzurri dovranno rimediare con i polmoni al gap tecnico. Prandelli comunque ci crede e fa bene, perché la Spagna può avere un punto debole: le fasce. Arbeloa non è un terzino di “spinta”, mentre Jordi Alba ha appena 23 anni. In un gruppo che ha conquistato 210 trofei in totale, il laterale del Valencia è l'unico a “zero tituli”. A Maggio il compito di testarne la qualità e la tenuta mentale. Un problema che non dovrà avere Mario Balotelli. Con Cassano a sfidare Iniesta sul terreno della fantasia, SuperMario dovrà buttarla dentro nelle poche occasioni a disposizione. E far impallidire il rivale Torres: se “El Niño” sarà quello spompato dell'ultima stagione, si può davvero sperare.