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Giulia Albini, pallavolista italiana si toglie la vita gettandosi nel Bosforo

La commozione degli amici della giovane sportiva originaria di Verbania

Leonardo Diana
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"Ringraziamo tutti per la vicinanza, la solidarietà e il cordoglio che ci hanno raggiunti in queste ore. È un momento di profonda tristezza, di costernazione, di incredulità. Un momento nel quale le parole perdono di significato e si rendono inutili. Ci uniamo all'immenso dolore della famiglia Albini, che ha bisogno di tranquillita' e dell'amicizia delle persone care". Così l'Ornavasso volley, neo promosso in A2 ha detto addio a Giulia Albini, la pallavolista 30enne, originaria di Verbania, morta suicida ieri ad Istanbul in circostanze ancora misteriose. La cronaca della tragedia - Stando ad una prima ricostruzione, lunedì 28 maggio la giovane, che in passato ha giocato per club minori come Bellinzona, Trecate, Busto Arsizio, Altioria e Oleggio, avrebbe noleggiato un'auto. A tarda notte, verso l'una, si è diretta a tutta velocità sul ponte Fatih Sultan Mehmet, il secondo ponte sospeso sul Bosforo. Una volta arrivata sul posto si è gettata nelle acque dello stretto da un'altezza di settanta metri, morendo probabilmente sul colpo al contatto con l'acqua. Il suo corpo è stato ritrovato da un pescatore questa mattina all'alba all'altezza di Beykoz, quartiere nella parte asiatica di Istanbul poco distante dal ponte Fatih Sultan Mehmet. Secondo quanto riportato dalla stampa turca, la ragazza era entrata da sola nel Paese il sabato precedente. Indagini in corso - Una vicenda oscura che non convince nessuno, tanto che c'è chi pensa all'ipotesi di un rapimento, un malore, un'aggressione. In molti vorrebbero poter escludere la ricostruzione iniziale del suicidio. La notizia è arrivata in Italia grazie al giornalista turco Selcuk Manav, collaboratore della Gazzetta dello Sport, che da Istanbul ha chiamato il presidente dell'Ornavasso, il piccolo paese di 3 mila anime poco lontano da casa (Arizzano, vicino a Verbania), dove Giulia, dopo aver rinunciato all'ambizione di fare del volley una professione, coltivava il suo amatissimo sport. Le persone che la conoscevano - "Una ragazza sensibile, dolce, gioviale, piena di interrogativi sulla vita ma serena", così commenta suor Giovanna Saporiti, presidentessa del piccolo club appena promosso in B1. "Siamo sconcertati, con le ex compagne di Giulia ci siamo fatte un lungo pianto negli spogliatoi. Abbiamo ancora tutte negli occhi una giocatrice desiderosa di vincere, instancabile negli allenamenti e generosa con gli altri". A metà aprile era tornata in paese per tifare Trecate nei playoff promozione, «ed era la solita: sorridente, entusiasta del lavoro di fisioterapista in Svizzera e della pallavolo che per lei era la vita, trascorreva l'estate sul campo di beach volley e programmava le vacanze, so che aveva un compagno ma non aveva detto a nessuno che sarebbe andata a Istanbul. Quando la notizia è arrivata abbiamo pensato a un incidente. Ma a un suicidio, mai».  L'ex compagna di squadra - Natalia Viganò, ex compagna di squadra a Busto, oggi schiacciatrice dell'Asystel, dice: "Non ci credo. Non può averlo fatto. Forse è caduta, forse l'hanno assalita per rapinarla, forse l'hanno spinta. Ma Giulia di certo non si è buttata: quest'estate aveva chiesto di partecipare a un torneo di beach con l'Asystel. Era già stata a Istanbul, e forse nel precedente viaggio aveva conosciuto qualcuno. Quegli occhi azzurri che continuano a fissarci dall'albo della Lega purtroppo non chiariscono il mistero. Ma sono luminosi, senza le ombre di Istanbul".

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