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Sanremo 2025, Achille Lauro e Giorgia durante l'intervallo della Juve: indizi clamorosi sulla classifica

Fabrizio Biasin
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 Il Festival della commozione è bello che iniziato. E parliamo di commozione mica per caso, ché siamo qui ad asciugarci i lacrimoni o a prestare fazzoletti ad amici, parenti e frignoni vari. 

Carlo Conti ha buttato giù la diga (del lago di lacrime) ieri mattina, quando ha parlato di mamma sua e si è emozionato come non mai. E noi con lui, francamente. Poi siamo arrivati a sera, al momento del “su il sipario” e al via con le parole del grande Ezio Bosso. E ‘naltra mezza lacrima è venuta giù.

Poi compare lui, Carlone Conti, abbronzatissimo ma neanche più del solito, che scende le scale e fa una cosa mica scontata: ringrazia i suoi predecessori. E quindi Claudio Baglioni. E quindi Amadeus «che ha fatto un lavoro straordinario». Del resto fanno cinque-anni-cinque di completa e ben riuscita “rivoluzione musicale”, mica pizza e fichi. Finiti i convenevoli si parte con la gara, quella certamente meno romantica e assai accanita, perché son settimane che i diretti interessati dicono «non mi interessa la classifica» ma non è mica vero, figuratevi, ci tengono eccome.

 

GAIA E GABBANI

Gaia in completo color carne ha il non semplice compito di rompere il ghiaccio, si prende il suo bel mazzone di fiori (ne vedremo a dozzine e dozzine) e tanti saluti. Sotto col secondo, Francesco Gabbani, in qualche modo “feticcio” di Conti, elegante e piacevole, suvvia.

Ma, dicevamo delle emozioni, e non ci si può non emozionare a vedere Gerry Scotti che da casa-Mediaset e dopo decenni di domande («quando vai a Sanremo?») si manifesta sul palco più importante d’Italia. Arriva in elegantissimo smoking e ti aspetti che da un momento all’altro dica “vuoi l’aiuto da casa?”.
E invece no, ringrazia per l’invito e fa la cosa che gli riesce meglio: presenta. Nel caso specifico Rkomi. E Rkomi per non saper né leggere né scrivere si presenta mezzo nudo. E vabbé, so’ ragazzi. La canzone? Buona. Sotto con gli altri, Noemi che a Sanremo ha messo le tende, Irama che pure lui non se ne perde mezzo. In mezzo Antonella Clerici, che non canta ma insieme a Scotti è la prima co-conduttrice del baraccone. Padrona di casa spigliatissima, ci tiene a ricordare uno che all’Ariston ci sarebbe stato come il cacio sui maccheroni, Fabrizio Frizzi. Applausi e altre lacrime (della Clerici e non solo).

Si torna a cantare e la sequenza è infinita e persino piacevole, dai Coma_Cose (che bella Cuoricini!) a Simone Cristicchi che con il brano dedicato alla madre si candida alle zone altissime della classifica ma, soprattutto, prosciuga il resto delle lacrime rimaste ai cordiali telespettatori (e si becca la prima standing ovation dell’Ariston). E ancora Marcella Bella e, in clamoroso prime time (guarda caso durante l’intervallo di Juventus-Psv) due dei tre cavalli pregiati dell’edizione 75, stra-candidati al podio: Achille Lauro (paraculissimo e bravissimo) e Giorgia (intonatissima e bravissima). Per la cronaca il terzo cavallo è Olly.

 

IMAGINE DI LENNON

E poi? E poi c’è lui, il Santo Padre, Francesco, una cosa francamente mai vista, in collegamento parla di musica & guerra e tra le altre cose dice così: «Carissimo Carlo (...) la musica è bellezza, la musica è strumento di pace. È una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli. Penso, in questo momento, a mia mamma che mi raccontava e mi spiegava alcuni brani di opere liriche facendomi conoscere il senso di armonia e i messaggi che la musica può donare (...) Questo è quello che desidero di più, vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile! Oggi tu lo stai facendo e lo stai facendo dire attraverso la musica». Si torna sul palco, Noa e Mira Awad cantano sulle note di Imagine e infiocchettano uno dei momenti più alti della storia del Festival.

Poi altri cantanti, Lorenzo fu Jovanotti che ci regala un grande spettacolo, accoglie l’olimpionico dell’alto Tamberi (“ci vediamo a Los Angeles 2028!”), altri cantanti, altri cantanti, altri cantanti e la prima serata fila via che è una bellezza.

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