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Sanremo 2025, "siete antifascisti?": fallisce l'assalto del giornalista rosso, liquidato da Carlo Conti e Gerry Scotti

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Le provano tutte per politicizzare questo Sanremo 2025 che domani prenderà il via. Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, il canonico incontro con i giornalisti che precede la prima del martedì sera, ecco che il conduttore, Carlo Conti, deve parare i colpi di qualche cronista che tenta di buttarla in politica: "Pressioni politiche? Non ho ricevuto nessun tipo di pressione, di indicazione, niente. Ringrazio l’azienda che si è fidata, perché sa il mio modo di lavorare, sa che non cerco polemiche, anche se poi ovviamente al festival ci sono, che ci sono state, ci saranno sempre, altrimenti non sarebbe il festival di Sanremo. Però non le cerco, cerco sempre di fare delle cose con grande rispetto nei confronti degli spettatori parlando a tutti". Ma non è finita. Il conduttore ha anche dovuto rispondere a una domanda banale: "Lei si definisce antifascista?".

Torna l'ossessione rossa ormai fuori dal tempo. E così Carlo Conti risponde serafico: "Se mi dichiaro antifascista? Certo, che problema c’è. Siamo nel 2025. Questa domanda è un pò anacronistica. Non dovremmo mai dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per noi", aggiunge il conduttore.

Insomma, il tentativo di tirare per la giacchetta Conti non è riuscito. La risposta è stata chiara e ha spazzato via i veleni che qualcuno, da sinistra, tenta di spargere su questa edizione del Festival di Sanremo.  Anche Gerry Scotti interviene, sollecitato dalla stessa domanda: "Ho avuto metà della mia famiglia fucilata dai fascisti, quindi vedi un pò...", dice il conduttore.

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