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Sanremo 2025, sondaggio Ghisleri: un grosso dubbio sul Festival di Carlo Conti
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La febbre del Festival di Sanremo contagia anche Alessandra Ghisleri. Impensabile, o forse no: a un paio di giorni dal debutto dell'Ariston, la Stampa commissiona a Euromedia Research una rilevazione sulla kermesse più attesa dal mondo della tv e della musica italiana. Evento "leggero", ma fine a un certo punto visto che "la sua importanza infatti risiede in diversi elementi che spaziano dalla musica alla tradizione, fino all’impatto sociale, culturale e mediatico", riflette la Ghisleri.
I dati: "Un cittadino su 3 (33.3%) lo reputa un programma superato e noioso, mentre per quasi il 45.0% è «l’evento» della musica italiana. Gli over 65 anni sono i più legati alla tradizione del Festival (62.2%), mentre i giovani lo sono un po’ meno (47.5%), anche se, a differenza di tutti gli altri, sono proprio loro che in maggioranza riconoscono nell’evento di Sanremo la storia della musica italiana (26.8%)". Una bella contraddizione, quest'ultima. Quasi un cortocircuito che potrebbe spiegare le scelte di Conti riguardo ai cantanti in gara. Tanti giovani, tanti esponenti di generi (dal pop al trap fino all'hip hop) decisamente più vicini alle ultime generazioni che agli over 60.
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Sanremo è Sanremo, recita lo slogan. Ma è decisamente qualcosa in più che una manciata di canzonette, per dirla alla Bennato: "Oggi Sanremo ha un valore storico e culturale per il 43.3% del pubblico, soprattutto al Sud (46.9%) - sottolinea Ghisleri -. E’ particolare come i più giovani si distinguono nettamente dal resto della popolazione nell’interpretazione del significato della manifestazione che viene letta, proprio da loro, con il retrogusto di un sapore antico in un mondo estremamente connesso, portando una memoria storica in un contesto moderno (62.2%)".
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Per Conti, però, c'è una grossa insidia in agguato: "Il cambiamento di stile musicale, le nuove modalità di intrattenimento e la modernizzazione dell’evento potrebbero non essere sempre graditi. Infatti, il 60.3% tra i più agée oggi non ne riconosce alcun valore storico culturale". A favore del conduttore toscano l'effetto novità (anche se per lui è un ritorno), dopo 5 lunghi anni di era Amadeus: "Questo cambio alla guida del Festival piace a 1 italiano su 2 (47.4%), con un grande supporto anche per i più giovani (52.4%). Più complicate agli occhi del pubblico appaiono le sue scelte artistiche legate alla selezione dei cantanti che trovano il consenso di un giovane su 2 (46.3%), ma lasciano molto perplessi i più anziani (41.2%). Sulla carta il totale di coloro che apprezzano il gruppo dei 29 cantanti è il 34.3%, mentre gli scontenti raggiungono il 39.5%". Saranno i cinque giorni del Festival, come sempre, a decretare se la scommessa sia stata vinta o sia stato un azzardo troppo grande.
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