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Bob Dylan scultore: in mostra a Londra con "Mood swings"

Il più grande cantautore folk-rock della storia della musica protagonista con le sue opere in ferro, tra personaggi pop e sottili provocazioni

Giulio Bucchi
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"Sono nato e cresciuto in un paese pieno di ferro e l'ho sempre lavorato in una maniera o nell'altra”, ha dichiarato Bob Dylan, cresciuto a Hibbing Minnesota, dove è stato prodotto il 90% del ferro utilizzato per la Seconda Guerra Mondiale. E così che il più grande esponente del folk statunitense è, in realtà, oltre che songwriter, autore, pittore, regista, attore, DJ, anche uno scultore. Mood Swings è il nome della sua mostra alla Halcyon Gallery di Londra, visitabile fino al 25 gennaio 2014. In mostra, oltre a cancelli, tavoli e sculture circolari, ci sono alcuni dipinti dalla Drawn Blank Series: un tramonto rosso fuoco occupa un'intera parete. Poi c'è la sezione intitolata Revisionist Art: utilizzando le copertine di magazine come Rolling Stone e Time, Dylan unisce figure politiche e sociali a titoli estrapolati da altre pubblicazioni o raccolte dall'etere. C'è il figlio di Gheddafi che si lancia nell'investimento finanziario con una maglia da Superman e Rihanna, sedere al vento, che trova un nuovo fidanzato. Immagini vere, anche se un po'  sfocate per via dell'essere state trasportate su un'enorme tela. Di certo c'è molto cinismo e ancor più humour in queste ambigue provocazioni. Infine ci sono una serie di sportelli d'automobili vintage perforati da proiettili: ciascuno corrispondente a un gangster. Lucky Luciano, Al Capone, Machine Gun Kelly: nomi e personaggi irresistibili per uno come Dylan che ha anche abbinato a ogni sportello una copertina di giornale in cui annuncia la morte del criminale. Ma è ovvio che gli sportelli non corrispondono a quelli delle autovetture nelle immagini a fianco;pare quasi un gioco. Tutto sommato l'esaustiva esibizione alla Halcyon Gallery dimostra la sua vera e sfuggevole essenza,che è quella  non di un profeta ma di un artista. Ed è anche vero che che cantava su She Belongs To Me?. She's an artist, she don't look back..”. Eppure queste gates si aprono e si chiudono. Sembrano invitare il pubblico a toccare, a girare una rotella da una parte, o una tenaglia e una manovella dall'altra. Saldati insieme ci sono una moltitudine d'elementi, tutti oggetti squisitamente vintage e pescati in ogni angolo di mondo durante i suoi tours. Trivelle, ferri di cavallo, chiodi di ferrovia e una piccola chitarra; da qualche parte ci saranno anche le sue canzoni.  Ma come per le sue  canzoni, queste opere sono formate da molteplici strati e molteplici livelli d'interpretazione. Tra l'altro, chi conosce bene i suoi testi, qui dentro può perdere ore intere a tracciare parallelismi  tra oggetti, forme e versi. Dylan cominciò a costruire cancelli nel 2001, li utilizzava nelle sue proprietà o li regalava agli amici che, ammirando le sue opere, l'avrebbero poi incoraggiato a rivelarle al resto del mondo. Il suo magazzino, stracolmo di oggetti in ferro, è enorme ed è soprattutto  estremamente organizzato, da sembrare un vero e proprio archivio d'artista. di Carlo Franza

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