Sanremo 2020, perché Amadeus è davvero un signore: la testimonianza, dietro le quinte
Buongiorno o buonasera, fate voi. La serata di ieri non è ancora finita e molti sperano che il coronavirus infetti il presentatore Amadeus per permettere a tutti quanti di tornare a casa dai rispettivi cari. Ecco, vogliamo parlare di questo personaggio per il quale nessuno ha ancora speso una parola (si fa per dire): Amadeus. O Amedeus con la "e", perché a Sanremo lo chiamano così. Lo ha fatto l' amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini («grande Amedeus!»), ha raddoppiato il neo direttore di Rai1 Stefano Coletta («Siamo veramente fieri di Amedeus!»). Il diretto interessato ha lasciato fare, non ha osato reagire perché in fondo è un signore. E perché tanto sa che continueranno a chiamarlo così. Ecco, questa cosa di «Amadeus che è un signore» la ripetono tutti quelli che gli stanno vicino, tutti. A un certo punto ci siamo posti il problema: «Sarà vero o vogliono ripulirgli l' immagine dopo gli attacchi delle femministe e tutte le rotture di maroni? Leggi anche: Sanremo 2020, Amadeus? Le parole (pazzesche) di sua moglie Possibile che non stia sull' anima a nessuno come capita a tutti noi figli di buona donna?». È vero, confermiamo: l' ex dj sorride, parla con tutti, non pretende minimamente di okkupare il palco come Pippo Baudo, non è abbronzato come Carlo Conti, non vuole cantare 5324 canzoni come Claudio Baglioni (anche perché non è il suo mestiere), non se la tira come Fabio Fazio eppure... eppure li ha battuti tutti. Cioè, davvero, tutti. Incredibile. In attesa di capire come è andata la seconda serata vi parliamo della prima, quella fondamentale di martedì: Amedeus con la "e", quello venuto dal niente, quello che ha fatto la gavetta, quello col nasone, il "maschilista" che «va boicottato! Boicottiamo Sanremo per l' amor del cielo» ha messo insieme oltre 10milioni di spettatori e il 52% di share. Una roba del genere non capitava dal 2005 e stiamo parlando di 15 anni fa. È vero, il fatto di aver abbassato la serranda all' ora della colazione può aver giovato, ma il dato di fatto è che la sua idea «pane e salame» di Festival, il suo «non essere invasivo», la sua spontaneità è piaciuta parecchio agli italiani, ai non italiani, a tutti. Prendete la serata di ieri (quella che non è ancora finita, ricordiamolo): Ama entra in scena e inizia a cazzeggiare amabilmente con l' amico Fiorello. La gag era praticamente servita su un piatto d' argento. Fiorello (voce fuori campo): «Hai presente che ieri avevo fatto una promessa?». Amadeus: «Sì». Fiorello: «Ti ho detto che se fosse andata bene con gli ascolti mi sarei vestito da Maria De Filippi?». Amadeus: «Sì, me lo ricordo bene...». Fiorello: «Ecco, l' ho fatto». L' ha fatto davvero. Fiorello scende le scale con agghiacciante parruccona bionda, collant 10mila denari, camminata goffa e porta a casa le prime risate facili. Imitazione raffazzonata di Maria la divina, immancabile gag sulla D' Urso («verrò invitato come caso umano nei salotti di Barbara insieme al Ken Umano»), la De Filippi che chiama in diretta (genio totale), dice «benvenuti al 70° Festival della canzone italiana!» e lo spettacolo prende il via che è un piacere. Amadeus se la ride, sembra il Villaggio Vacanze, pare di stare al bar con gli amici, non c' è tensione e tutto fila via liscio che è un piacere. AMICIZIA IN TV Già, Fiorello, il "fratello" del direttore artistico che ieri in conferenza stampa è stato definitivo: «Questo è il mio ultimo Festival, lo giuro. Basta ospitate e di certo non lo presenterò mai. Al massimo parteciperò come concorrente, anzi quello lo voglio fare per davvero, così canto tre minuti e ho finito». Ok, va bene, te lo concediamo, fai quello che vuoi Fiorè, basta che non ci abbandoni: la televisione italiana ha tanto, tanto, tanto bisogno di te. E pure di Amedeus. Detto con la "e", il presentatore senza raccomandazioni che alle 21.27 prende un respirone e ricorda Fabrizio Frizzi: «Oggi sarebbe stato il suo compleanno. Se fosse ancora qui, lo voglio dire senza ipocrisia, ci sarebbe lui a condurre la 70esima edizione del Festival». Un signore per davvero. di Fabrizio Biasin