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Forum, Rita dalla Chiesa: "Barbara Palombelli è una mia amica ma è come se vedessi un altro a casa mia"

Cristina Agostini
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In quasi 40 anni di carriera ha condotto ogni tipo di programma tv. Ma anche ora che non ha una trasmissione tutta sua, Rita Dalla Chiesa ha ancora molto da dire. E lo fa come opinionista in Rai, in un libro-confessione per Mondadori e sui social, dove è attivissima. Come è diventata uno dei tre "saggi" di Italia sì? «Mi ha voluta Marco Liorni, perché mi aveva intervistata a La vita in diretta e si era creato un feeling. Lui fa la televisione come piace a me, non urlata. Dovremmo riprendere il 14 settembre». Le manca condurre un programma? «Mi piacerebbe ma non sgomito, sono stata protagonista per 32 anni ma ora ho altre priorità. Mi dispiace piuttosto che Mediaset si sia completamente dimenticata di me. Ma per fortuna in Rai mi vogliono bene, anche Eleonora Daniele mi chiama spesso come opinionista a Storie italiane». È vero che non ha più visto Forum? «Non ci riesco proprio, la Palombelli è una mia amica ma è come se vedessi qualcun altro a casa mia, senza essere stata io a metterla in vendita. Ne parlo nel mio libro "Mi salvo da sola". Scriverlo è stato una sorta di viaggio dentro di me, di auto-analisi perché non sono mai voluta andare da nessuno che potesse sciogliere i nodi dentro di me». Leggi anche: "Piena di ansie, sensi di colpa, depressa". Barbara Palombelli si mette a nudo, una confessione toccante Il libro parte dalla morte di suo padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, per mano della mafia. «Sì, da una doccia durata tutta la notte, sperando che l' acqua lavasse via anche il dolore. Nessuno mi aveva detto che era morto, ma lo avevo capito dalle telefonate di amici giornalisti. Ricordo il funerale: c' erano tutti i politici, perfino Craxi venuto apposta dalla Tunisia. Mancava solo Andreotti, caso strano...». Una delle tracce della maturità di quest' anno era proprio su suo padre. «Mi sono veramente commossa, è come se me lo avessero restituito, come se non l' avessero ucciso: se è tornato nelle scuole, dove i programmi arrivano alla Seconda Guerra Mondiale, vuol dire che vive ancora. Ai ragazzi bisogna dare l' attualità, raccontare le gesta di chi è morto per noi tutti: amerebbero di più la patria, avrebbero l' orgoglio del tricolore e capirebbero l' importanza di andare a votare». Sui social esprime spesso le sue opinioni, anche politiche. «Non mi nascondo dietro un dito, non sposo in toto alcun partito ma dico sempre quello che penso». Nel 2016 il centrodestra la voleva candidare sindaco di Roma: perché ha rifiutato? «Non ero in grado, Berlusconi stesso ha cercato di convincermi ma quando decidi di assumerti un impegno così macroscopico devi averne le capacità. Avrebbe dovuto fare lo stesso ragionamento Virginia Raggi: da quando c' è lei, Roma è Terzo Mondo, c' è un senso di abbandono, tra spazzatura, autobus e buche». Pensa che Berlusconi possa ancora dare qualcosa in politica? «Sì, è ancora il leader con il maggiore carisma. Tallonato da Salvini». Si aspettava la grande ascesa di Salvini? «Sì, perché è andato a toccare quello di cui la gente ha bisogno oggi: un minimo di sicurezza in più, che è un diritto di tutti. La certezza della pena dovrebbe essere un deterrente, bisognerebbe buttare la chiave invece oggi i criminali dopo due giorni sono fuori. Se non c' è posto nelle carceri, usassero gli immobili vuoti del Vaticano o le caserme e case cantoniere in disuso». Come giudica Di Maio? «Non pervenuto». E la sinistra di oggi? «Non ci sta a perdere, non si siede a tavolino per cercare un dialogo: gli altri sono solo nemici, li deridono, hanno sempre un sorrisetto di sufficienza». di Donatella Aragozzini

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