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Gabriele La Porta, la vedova in esclusiva su Libero: "Dov'è la salma. Non parlava coi figli, e dopo la Rai..."

Maria Pezzi
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"Erano nove anni che non vedevano il padre. Avevano anche fatto una causa d'interdizione. Non capisco perché oggi vogliano la ribalta. E' una mostruosità". La vedova di Gabriele La Porta, il volto storico e amatissimo di Rai Notte, scomparso a 73 anni a Roma nei giorni scorsi, non ci sta. Replica al figlio di La Porta, Michele, che sulle pagine del Tempo l'accusa di averle taciuto la malattia del padre e avergli nascosto la sua salma. "Io ho eseguito la volontà di mio marito", dichiara in esclusiva a Libero Donatella Scatena, da 30 anni moglie del conduttore. "Loro sono spariti da un anno e mezzo, hanno intentato una causa di interdizione, il 26 marzo ci sarebbe stata un'udienza. Ad ogni mia richiesta, e di Gabriele, che stava male, non si sono mai presentati. Da 9 anni, da quando è andato in pensione dalla Rai, soffriva di depressione. Nemmeno gli auguri di Natale gli hanno fatto". Donatella chiarisce che la salma è a disposizione: "La possono portare dove vogliono. Ho depositato formalmente gli atti, non è stato ancora sepolto", dice con la voce tremante. Per approfondire leggi anche: Il figlio di Gabriele La Porta: "E' sparita la salma di mio padre" La donna, architetto, spiega che Michele e Antonella, i figli di La Porta, vivono a qualche isolato da loro dunque avevano la possibilità di venirlo a trovare. Eppure "sono spariti, mai una telefonata, un tentativo d'approccio". Michele si lamenta di non essere stato avvisato che il padre stava per morire. "E' successo tutto velocemente", ribatte la signora, "si è ammalato di broncopolmonite fulminante. Siamo corsi in ospedale, la febbre non si abbassava. Dalle 22 di sera sono stata con lui fino alle 4 di mattina. Poi è morto". Era lo scorso 18 febbraio. Due giorni dopo, il funerale. Donatella sostiene che la depressione del marito, unita a una patologia della memoria, peggiorava anche per questo mancato rapporto coi figli: "Era molto triste, loro si facevano vivi solo per questioni economiche". L'anno visto per l'ultima volta nel 2018 al Tribunale Civile, in un'udienza della causa. "Era molto fragile, provato da stress emotivo. Chiedere l'interdizione è una cosa molto grave, soprattutto per un intellettuale come lui, un filosofo. Mi sono fortemente opposta". La moglie di La Porta chiarisce che il marito ha iniziato a soffrire dopo l'addio alla Rai: "Era un aziendalista, nel bene o nel male, succede che un uomo possa andare in depressione dopo la pensione". Era il 2010. "Ho lasciato il mio studio, sono architetto, e mi sono messa a lavorare in casa per stargli vicino". Nonostante la salute cagionevole, l'ex direttore di Rai Notte scriveva, leggeva, aveva desideri, era reattivo. "Simpatico, socievole", dice Donatella. Poi le condizioni si sono aggravate. Fino alla notizia più tragica.   di Alessandra Menzani

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