Enrica Bonaccorti: "Perché mi hanno fatta fuori dalla tv. La mia colpa più grande"
«Alcuni programmi e alcuni personaggi sono fantastici, altri non incontrano il mio gusto, ma non sono depositaria della verità. Trovo che si potrebbe abbandonare la ripetizione annosa di certi format, questo sì, e dare spazio e occasione ad autori e idee. È dal 2010 che ho proposto un programma sulla lingua italiana, Se non è troppo tardi e giuro che è divertente oltre che utile. Ma quello che mi manca veramente è la radio, non la televisione che continuò a frequentare come ospite. Ma è alla radio che ci si tocca l' anima». È il pensiero di Enrica Bonaccorti, la popolare conduttrice-attrice, sull' attuale Rai. Orfana di un programma tutto suo da molti anni, la si può vedere solo nei panni di opinionista nei talk show Rai e Mediaset. La Rai di oggi è migliore di quella che ti cacciò perché eri incinta? «Non sono mai stata cacciata, se mai messa in condizione di accettare proposte che fino a quel momento avevo rifiutato, e le motivazioni erano altre. Avevo già fatto due riunioni per Domenica in, figurati se volevo andarmene. Ma io sono un essere solitario, non frequento i salotti, mai avuto accanto un uomo potente o ricco, non nascondo le mie idee, sono brava a lavorare ma non so "lavorare" per lavorare. È già un miracolo quello che ho avuto». Secondo te, perché non ti propongono un programma e neppure un ruolo come attrice? «Vedi sopra...». Quest' anno fai 50 anni di carriera. «Mi sembra incredibile, ma è così! Era giugno del '69, e sai come è cominciata? Alzando la mano come a scuola, che peraltro avevo terminato appena l' anno prima. Assistevo alle prove di uno spettacolo in un teatrino in Trastevere, e arrivò la notizia che un' attrice non avrebbe più potuto partecipare. E io, alzando appunto la mano, dissi: "Posso provarci io?". - Il regista: Fai l' Accademia? E io: Veramente faccio l' Università... - Apriti cielo! - Come ti permetti allora di proporti?! - e io, con tutta l' impudenza dei 19 anni risposi: "Almeno fammi provare!" Andò bene, e iniziai a fare teatro, uno dei tre futuri che desideravo: l' attrice di teatro, la giornalista e il medico. Poi la vita sceglie per te». Pochi sanno del tuo passato da sportiva. Perché non hai continuato? «Il mio "passato sportivo"? Solo i 3 anni che ho vissuto a Sassari, dai 13 ai 16 anni. Ho giocato a tennis alla Torres e ho partecipato alle Regionali di Atletica arrivando 2ª nel lancio del disco. Mi misero in squadra per caso, solo per fare numero, e per caso lo lanciai lontano. Forse passò un angelo». La tua storia con Renato Zero, come la ricordi? «Ricordo la nostra passione per lo spettacolo, l' ingenuità dei nostri vent' anni, i baci rubati nei portoni, io che fingevo di essere l' agente di Renato Fiacchini e vestita "da grande" cercavo occasioni per farlo esibire... ho riconosciuto e amato il suo talento da subito». Presti il tuo volto alla campagna Obiettivo Risarcimento. L' hai fatto per fare cassa o per motivi più nobili? «Il mio lavoro, a parte il teatro e la scrittura, è sempre stato la comunicazione. Come in questo caso, in cui ho semplicemente comunicato ai cittadini a chi rivolgersi in caso di un danno in ambito ospedaliero. Lo stesso spot, ma senza di me, girava da tre anni, senza clamore né polemiche. La Rai, sollecitata da chi di dovere, l' ha addirittura sospeso in attesa di farlo valutare dallo IAP, massima autorità di verifica. Ma lo IAP ha sancito che è stato un errore sospenderlo, una censura a un' informazione ai cittadini, perché rientra sia nei canoni della pubblicità sia perché perfettamente nelle regole del Servizio Pubblico. Mai avrei immaginato che fosse letto dai medici come un' istigazione alla denuncia. Eppure sono stata mal giudicata, pesantemente offesa e persino le minacce! "Spera di non ammalarti" è la più tenue!». Paladina del popolo. «Sono sempre stata dalla parte della gente, e ho dato un' informazione, non un' istigazione, il pensiero più lontano da me nei confronti della classe medica a cui avrei voluto appartenere. Avrei voluto fare il neurologo (a 17 anni mi compravo a rate La diagnosi differenziale delle sindromi neurologiche) e pochi anni fa sono stata premiata dal Ministero della Salute per L' uomo immobile libro definito "fra i testi che hanno più correttamente divulgato una sindrome clinica". Proprio io che ho dedicato tempo e impegno professionale prestandomi in mille occasioni, ora sono vista come una nemica? Come si dice? Cornuta e mazziata». Perché hai ammesso in tv di aver tradito per tre volte i tuoi partner? «Veramente ho semplicemente risposto la verità, cioè che in tre relazioni della mia vita, quando si stavano concludendo, mi sono sentita già libera un po' in anticipo. Ma, tranne il finale, per tutto il resto della relazione non ho mai tradito. Mai avuto amanti, mai stata amante di qualcuno». Come ricordi il periodo in cui hai fatto le lotte politiche a fianco di Liguori, fumando spinelli? «Non semplifichiamo troppo. Ormai ricordo soprattutto la passione dei 18 anni nel voler cambiare in meglio il mondo, e la bellezza di Paolo coi capelli lunghi e gli occhi di brace. Quanto agli spinelli, sicuramente è successo, ma non ho memoria di alterazioni, solo tante risate». Hai ricevuto proposte per candidarti alle prossime elezioni? «Non alle prossime, ma in passato sì, e anche insistenti. A un certo punto dissi che avrei potuto candidarmi solo nella lista "Imperatrici" perché "non portata al compromesso". Smisero di chiedermelo». Onorevole o no, mi sembra che tu faccia politica senza sedere in parlamento. Infatti nei talk dici sempre la tua. «E pensa che mi trattengo molto». Perché ti sei operata per ridurre il seno, mentre oggi molte donne tendono a fare il contrario? «Quando lo ridussi era proprio il momento storico, gli anni '80, in cui tutte se lo aumentavano. Ma io ne avevo sempre avuto il complesso, volevo somigliare alla Spaak non alla Loren. La cui mamma mi volle conoscere perché per lei ero l' anello di congiunzione fra Maria e Sofia!». Rammarichi, rimpianti? «Non ho mai capito chi dice "rifarei tutto". Io no. Ho perso tempo, ho sbagliato tante cose, sia nel valutare me stessa che molti altri. Mi consideravo sempre inadeguata, solo ora vedo com' ero, e davo sempre fiducia agli altri. Più scema di così». di Umberto Piancatelli