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Rino Gaetano, la sorella Anna: "Nessun complotto dietro la morte di mio fratello. Peggio del libro, solo la fiction"

La politica ha provato per anni ad appropriarsi della sua figura. la Rai ne ha fatto un Jim Morrison de' noantri. Ora un avvocato della provincia di Salerno scrive di misteri occulti. E la sorella non ne può più

Roberto Procaccini
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Adesso c'è il libro dell'avvocato della provincia di Salerno che tira in ballo un complotto massonico dietro la morte di Rino Gaetano ("Sogna: è tutto frutto della sua immaginazione"). Negli anni ci sono state le più varie appropriazioni politiche: da Piero Fassino che suona "Il cielo è sempre più blu" all'ultima convention Ds nel 2007, a Casapound che prova a fare del cantautore romano uno dei suoi ("Ma non mi impiccio di politica: faccio fare agli avvocati"). E poi la miniserie Rai, che ha trasformato (a favor di spettacolarità) il menestrello con l'hukulele che canta Gianna a Sanremo in una specie di Jim Morrison de noantri ("Abominevole"). Non c'è pace per Rino Gaetano, scomparso in seguito a un incidente stradale sulla Nomentana nel 1981. Ma soprattutto non ce n'è per la sorella Anna, che da più di trent'anni ne cura (e difende) la memoria. "Adesso che i nostri genitori non ci sono più, rimango solo io a rappresentare la famiglia". Bruno Mautone, ex sindaco di Agropoli, sostiene nel "Rino, assassinio di un cantautore" che suo fratello sia vittima di un complotto.  "Contesto in tutto la ricostruzione. I suoi sono sogni". Dopo l'incidente che lo vide scontrarsi con un camion, suo fratello fu respinto da sei ospedali. Mautone ci vede un disegno. "Rino fu soccorso a dovere. La presenza dei pompieri sul luogo dello scontro, evocata come qualcosa di insolito dall'avvocato, si spiega con la necessità di estrarre il corpo dalle lamiere. Purtroppo aveva un trauma cranico per il quale il Policlinico non era attrezzato a operare, e gli altri ospedali, contattati telefonicamente, nemmeno". Secondo l'avvocato, suo fratello conosceva la verità su misteri occulti e avrebbe disseminato le sue canzoni di riferimenti. Per questo è stato fatto fuori. "Non ci credo. Prendiamo l'omicidio di Wilma Montesi (21enne trovata senza vita sulla spiaggia di Torvajanica nel '53: i sospetti sono arrivati all'altà società romana, ma il caso è rimasto insoluto). Rino cita il caso in Nun te reggae più ma non significa niente. Lo fece pure in una poesiale scritta nel '64, quando era un bambino". Ha conosciuto l'avvocato Mautone? "L'ho sentito per telefono, dopo che è uscito il suo libro". Che idea si è fatta delle sue intenzioni: crede in quello che scrive, o sfrutta il caso di Rino Gaetano?  "Su questo non mi pronuncio. Ma c'è una cosa che voglio dire a Mautone". Che cosa? "Se davvero crede che Rino sia stato ucciso, se vuole fare una cosa gradita alla famiglia Gaetano, faccia i nomi, scriva cose circostanziate. Sennò risveglia soltanto un dolore, che per me è grandissimo". Ogni tanto qualcuno si approprio dell'immagina di suo fratello: dal democratico Fassino ai fascisti del terzo millennio di Casapound. Che effetto le fa vederlo tirato in mezzo così? "Lasciamo perdere, è una cosa che mi rattrista. Mi viene da dire che in questo paese la legge vale poco. Ma non parlo solo della politica: anche certe trasmissioni... In ogni caso, posso dire che dopo l'intervento dei miei avvocati, la smettono". Secondo lei, di quanto visto negli ultimi anni, cosa avrebbe dato più fastidio a Rino?  "La fiction Rai". Perché? "Un altro po' fanno credere che la colpa della morte di mio fratello sia di mio padre. Pace all'anima sua. Gli autori hanno manipolato passaggi della loro vita, anche malattie importanti, per far credere che avessero un rapporto orribile. Raccontano di un litigio a proposito di Sanremo, quando mio padre fu contentissimo della partecipazione di Rino. Indossò anche il costume di scena, prima che mio fratello lo restituisse".  Nella miniserie la sua figura non c'è. Rino risulta figlio unico. "Meglio così. Certe cose, come i ladri che hanno portato via l'hukulele di marmo dalla tomba di mia fratello, mi procurano soltanto dolore e rabbia". di Roberto Procaccini

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