Che tempo che fa: cosa ha Maurizio Costanzo che Fabio Fazio non ha
Dite la verità, siete rimasti pure voi fino a mezzanotte e passa a vedervi la prima puntata della nuova stagione di Maurizio Costanzo Show. Eravate anche voi tra quel milione abbondante di italiani che, due giorni fa, si sono sintonizzati su Canale 5 per assistere al ballo Belen-Corona, agli scazzi D' Agostino-Costanzo, alle intemerate degli eccentrici Platinette e Malgioglio. Se lo avete fatto, vi capiamo e vi sosteniamo. Perché Maurizio Costanzo ha avuto l' intuizione geniale di riunire nella stessa sera e nello stesso luogo volti ultra-pop e stracult della tv italiana, quelli di cui parla il gossip, quelli che alimentano le polemiche, quelli che fanno vendere le riviste patinate e rendono virali i video sui siti dei giornali. Sì, proprio loro, i Vip, con Costanzo a fare da scafato maestro delle danze. È stato questo il principale ingrediente che ha fatto fare al decano della nostra tv un boom di ascolti, con il 13,8% di share (è stato il programma più visto in quella fascia oraria), ben oltre le medie che a quell' ora e con un format molto simile Fabio Fazio porta a casa il lunedì: il 22 ottobre il conduttore di Che fuori tempo che fa si è fermato all' 11,9%, la settimana prima all' 11,1%... Per approfondire leggi anche: Il contratto rinnovato di Che tempo che fa A rendere il salotto di Costanzo molto più accattivante del tavolo di Fazio ci sono, come detto, i nomi degli ospiti. Chi non si sarebbe soffermato un attimo per capire se c' era ancora del tenero tra Belen e Corona, chi non avrebbe rinunciato a mezzora di sonno pur di vedere una litigata epocale come quella di Sgarbi e D' Agostino di quasi trent' anni fa, chi non sarebbe rimasto incollato alla tv pur di capire chi era più tosta tra Simona Ventura e Alba Parietti? Ebbene, c' era questo, ma non solo. Perché il segreto della serata era anche nella scelta del tema, provocatori e provocati. L' intuizione di Costanzo è stata chiamare sul palco dei provocatori che non facevano teoria sulla provocazione ma si provocano a vicenda. E così vedevi Sgarbi che provocava Costanzo che zittiva D' Agostino che provocava Corona che provocava Platinette, in un gioco di rimandi e di scontro tra gli opposti divertentissimo. E assistevi a scene gustosissime di Costanzo che invitava a non dire più parolacce e poi si esibiva nel dire ripetutamente «stronzi» e «vaffa...»; e vedevi Sonia Bruganelli, la moglie di Paolo Bonolis, che si tirava fuori dalla mischia dicendo «io non vado in televisione»; e il fatto che lo dicesse mentre era in televisione ne faceva un siparietto degno del teatro dell' assurdo. Ma ciò che funzionava era soprattutto il metodo-Costanzo: dopo 30 anni netti di Maurizio Costanzo Show, il format di personaggi noti che si raccontano sul palco in una chiacchierata collettiva è ancora efficacissimo (ma funziona se sei l' originale: il tavolo di Fazio ne è solo la pallida copia). E ancor più funzionava l' aver riunito molte creature di Costanzo, molti suoi «figli» televisivi, da Corona a Sgarbi a Platinette, il che conferiva allo spettacolo un effetto rimpatriata, con un vago sapore nostalgico, facendone una sorta di reunion da «Compagni di scuola». Un' operazione mirabilmente populista, con tratti meravigliosamente trash e punte di alta televisione. Perché il vero populismo vincente è quello di MCS, che non è - si badi bene - l' acronimo di Movimento Cinque Stelle ma di Maurizio Costanzo Show. riproduzione riservata Costanzo osserva Corona e Belen impegnati in un ballo tra ex. di Gianluca Veneziani