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Immigrazione, Santoro attacca Grillo

Servizio pubblico bastona il leader 5 stelle, che aveva disconosciuto il ddl di alcuni suoi senatori per l'abolizione del reato di clandestinità

Matteo Legnani
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Abituati all'orientamento pro-grillino di Servizio Pubblico, l'editoriale di Michele Santoro del 10 ottobre lascia spiazzati. Perchè il bersaglio degli strali diel teletribuno di La7 è proprio Beppe Grillo. O meglio, Beppe Grillo Casaleggio, come lo chiama lui: "Un highlander, una specie di super-eroe a due teste". La colpa di Grillo (e Casaleggio) secondo Santoro? Aver disconosciuto ("questa non è la linea nè il programma del Movimento") il disegno di legge con cui alcuni senatori a 5 Stelle, questa mattina, hanno chiesto la cancellazione del reato di clandestinità. Cioè aver presentato una legge che va nella direzione delle proposte avanzate dal Partito democratico in questi giorni di post-tragedia di Lampedusa. E così, il Michele nazionale torna a essere simile a quello che eravamo abituati a sentire e a vedere nelle sue trasmissioni di epoca pre-gillina. Non proprio il 'Santoro rosso pomodoro' (come lo soprannominavano i suoi detrattori), ma comunque un Santoro un po' più a sinistra e meno anti-politica di quello ultima serie. Che tratta  il leader 5 Stelle da piccolo dittatore che non ammette il dibattito nel suo stesso partito e che non riconosce il principio costituzionale in base al quale i parlamentari non hanno un vincolo di mandato, ma sono, docet Santoro, "rappresentanti della Nazione". E così il conduttore parte all'attacco: "Hai detto ai tuoi - dice a Grillo - che se in campagna elettorale aveste premuto il tasto del via libera all'immigrazione, alle urne avreste ottenuto percentuali da zero virgola. Auguri per le prossime, allora, di elezioni - ironizza - magari con la pena di morte".

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