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Donatella Versace, dagli Usa un film che racconta i suoi eccessi

Dal film

La pellicola è ispirata al libro "House of Versace". La difesa: "Mai autorizzato"

Eleonora Tesconi
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Champagne, cocaina ed eccesso. Questo e molto altro nella biopic sulla famiglia Versace, trasmessa lo scorso 5 ottobre dalla tv satellitare americana Lifetime e ispirata direttamente al libro della giornalista del Wall Street Journal Deborah Ball, House of Versace, the untold story of Genius, Murder, and Survival. Protagonista della "docufiction", la stilista Donatella Versace, interpretata dall'attrice statunitense Gina Gershon, che, in un'intervista al New York Times ha confessato: "Abbiamo documentato la sua metamorfosi".  "Opera di finzione" - Un progetto tanto atteso. E anche tanto odiato. Soprattutto dalla stessa bionda della moda, che l'ha stroncato ancor prima della sua messa in onda. Perché nella biopic si racconta del suo periodo buio, della dipendenza dalla cocaina, dell'euforia degli anni '90, dell'oscuro omicidio di Gianni a Miami e delle difficoltà in cui la famiglia si è trovata dopo la sua morte, insieme ai tormentoni del trailer che sta girando in rete: "Rinunciare ai tacchi è stato per me più duro che fare a meno della cocaina", "La mia dieta ideale? Champagne, sigarette e cocaina". In un comunicato stampa la famiglia Versace ha definito la serie "un'opera di finzione", soprattutto perché tratta da un libro mai autorizzato da Donatella. E anche da Lifetime ecco arrivare la precisazione: "Versace non ha autorizzato, né ha partecipato in alcun modo alla realizzazione del film sulla signora Donatella... Il film deve essere considerato opera di finzione". E fin qui tutti d'accordo. Peccato che in America la biopic sia già stata trasmessa. "The house of Versace", le immagini tratte dal film Guarda la Gallery

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