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Muore Carlo Lizzani, sospetto suicidio a Roma. Il biglietto ai figli: "Stacco la chiave"

Carlo Lizzani

Addio a un pezzo di storia del cinema italiano, dal Neorealismo alla Commedia. Sospetto suicidio

Eleonora Tesconi
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Muore, all'età di 91 anni, il regista e produttore cinematografico Carlo Lizzani, uno dei protagonisti del Neorealismo italiano. Si sarebbe gettato dal balcone di casa, un appartamento al terzo piano in via dei Gracchi, nel quartiere Prati di Roma. Tempestivo l'arrivo dei soccorsi, ma il regista è morto pochi minuti dopo. Stando alla prima ricostruzione dei fatti, si tratterebbe di un suicidio. "Stacco la chiave", è quanto il regista avrebbe scritto in un biglietto d'addio indirizzato ai figli, ma sono ancora da chiarire le cause del gesto. Alla base, forse una depressione dovuta alle condizioni di salute critiche della moglie. Un altro pezzo da novanta se ne va. La stessa sorte che, nel 2010, si era portata via anche Mario Monicelli. Attore, regista, produttore e sceneggiatore di firme note del mondo del cinema come Vergano, De Santis e Rossellini, Lizzani ha esordito dietro lo schermo della settimana arte, alla macchina da presa del documentario Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato (1950) e, l'anno successivo, con il suo primo lungometraggio, Achtung! Bandidi! (1951). Al suo attivo, numerose pellicole di serie a, tra cui Cronache di poveri amanti (1954), L'oro di Roma (1961) e i due omaggi ai compagni divi del Neorealismo tricolore: il documentario Luchino Visconti (1999) e Roberto Rossellini: frammenti e battute (2000).  Direttore della Mostra del cinema di Venezia dal 1979 al 1982, il noto regista romano, onoreficiato nel '99 della laurea honoris causa dall'Università di Torino, nel 1998 ha pubblicato Attraverso il Novecento, un'interessante raccolta di scritti che riguardano il suo cinema, tutti gli aneddoti del panorama neorealista. Poi, nel 2007, è arrivata anche la sua biografia: Il mio lungo viaggio nel secolo breve, il percorso di un regista nel cinema dalle tante facce. Perché Lizzani non si è fermato al Neorealismo. A Rossellini, Visconti e De Santis. Attivo anche negli ultimi anni, ha firmato le regie collettive Scossa (2011) e Il Neorealismo. Non eravamo solo... Ladri di biciclette (2013).  "E' terribile pensare che Carlo Lizzani possa essersi suicidato. Era un uomo vitale, nonostante l'età, e l'anno scorso era venuto a vedermi a teatro", ha dichiarato ad Adnkronos Lina Sastri, che con il regista romano aveva lavorato in Celluloide, nel quale l'attrice napoletana interpretava Anna Magnani. Ricordando anche il suicidio di Mario Monnicelli, l'attrice ha commentato: "Sembrerebbe che i grandi vecchi intellettuali, dopo aver vissuto una stagione così importante della cultura italiana, si sentano quasi di sopravvivere in un mondo non più riconoscibile. E non accettino di affrontare la decadenza del cuore e della testa". "E' una notizia che mi sconvolge. Se n'è andato un amico e un maestro", ha commentato invece Giancarlo Giannini. "Era una persona di grande intelligenza e vitalità, che amava il cinema e i suoi attori. Viene a mancare un grande amico e un grande uomo". Stacco la chiave". E' quanto avrebbe scritto nel suo biglietto d'addio indirizzato ai figli Il messaggio però non appare comunque del tutto comprensibile. Forse il regista era depresso anche per le critiche condizioni di salute della moglie, ma ancora non è chiaro se ci sia stato anche questo particolare dietro il suo proposito di togliersi la vita. "Avrebbe scelto l'eutanasia - ha detto ai microfoni di Tg2 il figlio -. In un Paese civile ognuno dovrebbe poter scegliere come morire''.

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