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Ferilli cannibale: umilia Jovanotti e imperversa negli spot

Sabrina Ferilli

La più amata dagli italiani stende Lorenzo (e pure Hannibal), e inoltre è la "padrona" del piccolo schermo. E' Sabrina-show

Andrea Tempestini
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Cosa avevamo scritto la settima scorsa?  Ridateci la Ferilli. Non troppo sedotti dall'eleganza androgina di Eva Riccobono, madrina dell'ultimo festival di Venezia, abbiamo voluto ricordare i bei tempi dello show business di sinistra, quando nel cinema e nella Tv , il partito democratico si faceva ben rappresentare dalle tette di Sabrina e dalle cosce di Alba Parietti. Le tette ce le hanno ridate subito e alla grande. Sabrina Ferilli, tornata baldamente in TV  con lo sceneggiato Baciamo le mani il 2 settembre ha stracciato la serata Jovanotti su Raiuno e giovedì ha inflitto un brutale Ko alla serie Hannibal (entrambi i concorrenti erano stati annunciati a rulli di tamburi). Un po' di cifre. Sabrina batte Lorenzo per 4 milioni 485 mila spettatori a  2.946.000 (18.48 di share contro 13). Giovedì la Ferilli si divora Hannibal (5 milioni 165mila contro un misero 1 milione e 607 mila) e lo share di Baciamo le mani intanto raggiunge quota 21%). La fiction è a metà percorso. È probabile che l'ultima puntata veda lo share sopra il 30%). È il bello è che questa rivincita delle tette di sinistra non ci arriva dalla sinistra (cioè da qualcuna delle reti Rai). Ma da Mediaset che in fatto di poppe  non ha mai posto veti ideologici (Berlusconi sapeva? Certo, «non poteva non sapere»). Ci farebbe tanto piacere scrivere che questa rivincita della Ferillona noi l'avevamo ampiamente prevista, ma mentiremmo spudoratamente. Per noi, fino a una settimana fa, la ragazza era ormai inseribile nella categoria degli «has been», ex divi di primo piano. Per via dell'anagrafe (il prossimo giugno gli anni sono 50). Per via delle  ultime apparizioni televisive (giurata da Maria De Filippi, santo Dio) e cinematografiche (la sua apparizione in La grande bellezza si adeguava alla malinconia quasi funerea che accompagnava tutto il film). Poi, la comparsa nei palinsesti di Canale 5 di Baciamo le mani dove la Ferilli fronteggia ancora Virna Lisi, 12 anni dopo Le ali della vita (sai che goduria, già quella fiction non era granchè,  e poi cos'era lecito aspettarsi dalle due ragazze  due lustri dopo?). E invece è stato il boom.  Alla  faccia del sottoscritto che voleva stroncare la prima puntata  e ha visto sì e no la terza, occupato com'era dietro l'esordio di Hannibal la serie poliziesca  più «adulta» degli ultimi anni (parole dei colleghi americani).  La prima puntata era stroncabile da quasi ogni punto di vista. L' attacco sembrava la fotocopia di tanti sceneggiati mafiosi (mancava solo Gabriel Garko). E la Ferilli manteneva sì la sua fama di bella donna, ma anche di «burina» senza rimedio. Per spiegare l'insopprimibile accento romanesco, ancora una volta gli sceneggiatori  erano stati costretti a spiegare il matrimonio come avvenuto durante una vacanza capitolina del marito siciliano. E arriviamo al disastro ferroviario che consente a Sabrina e al figlioletto di cambiare identità e emigrare in Usa. Copiato spudoratmente  dal plot di Ho sposato un'ombra di Cornell Woolrich uno dei testi sacri della narrativa poliziesca. A confronto, l'intrigantissimo Hannibal dove il cannibale Lecter (grande Mad Mikkelsen) fa per il momento solo buone azioni, ma ogni atto lo fa sembrare minaccioso come una lama puntata. Pure, mamma Sabrina e mamma Virna hanno strabattuto il sofisticato criminale. L'ennesima dimostrazione che ancor oggi dopo oltre mezzo secolo di fiction televisiva son sempre le mamme a trionfare. Anche se poi mamme come la Ferilli e la Lisi, nessuno nella vita si augurerebbe di averle. Sabrina, in Baciamo le mani è una vera chioccia, possessiva  e protettiva, se il piccolo Salvatore non viene su con un complesso di Edipo grosso così  è quasi un miracolo. La signora Agnese (Virna) poi è un inquietante concentrato di due orride figure materne: la «mammona» italiana per la quale i i figli son bambini anche quarantenni e la «mom» americana dispotica  e dispensatrice di nevrosi (se quella sbronzona della nuora la odia non ha tutti i torti). Pure, queste due calamitose figure sono destinate a occupare (senza rivali) le serate televisive fino a fine settembre (a questo punto i giochi son fatti: Mediaset ha vinto il primo round nella guerra stagionale delle fiction). Ora il sottoscritto i successi ha imparato a rispettarli. E a cercarne di capirne i motivi. La trama non è certo di prima mano, le protagoniste non parliamone, i colpi di scena non arrivano mai inattesi. Però questo assemblaggio dell'usato funziona, eccome se funziona. Prendete il finale di giovedì con quell'incredibile prete killer che arriva dalla Sicilia per far fuori Sabrina e figlioletto. Abbiamo stretto, eccome abbiamo stretto, totalmente dimentichi dei massacri di Hannibal in comtemporanea su Italia Uno. di Giorgio Carbone

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