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Dopo la Annunziata, Brunetta infilza Fabio Fazio: "Ospiti solo personaggi di sinistra"

Renato Brunetta

Il capogruppo del Pdl ha presentato un'interrogazione parlamentare contro Che tempo che fa. Renzi, Bersani, D'Alema, Landini, Camusso e Bolrdini tra gli ospiti

Sebastiano Solano
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La battaglia di Renato Brunetta contro l'informazione politicizzata prosegue. Dopo Lucia Annunziata, a finire nel mirino del fumantino capogruppo del Pdl è Fabio Fazio e il suo programma Che tempo che fa. L'accusa è sempre la stessa: la mancanza di pluralismo e imparzialità della trasmissione. Lo strumento per porre rimedio alla situazione pure: un'interrogazione parlamentare presentata alla Commissione parlamentare di Vigilanza.  Mancanza di pluralismo - Si legge nel testo: "La trasmissione, che fa della legalità la sua bandiera e del moralismo la sua cifra programmatica, ha disatteso clamorosamente le norme che impongono alle reti televisive di ‘servizio pubblico' la salvaguardia del pluralismo e il rispetto dell'equilibrio dei punti di vista”. Da economista qual è, Brunetta mette sul piatto numeri e cifre a supporto della sua tesi: "Nel periodo compreso tra il 30 settembre 2012 e il 26 maggio 2013, su 60 puntate andate in onda su Rai Tre, la trasmissione ‘Che tempo che fa' ha ospitato ben 20 esponenti appartenenti al Partito Democratico o comunque riconducibili alla coalizione di centrosinistra".  Tutti i 'rossi' ospiti di Fazio - Tra questi, c'è tutto il gotha democratico: Matteo Renzi è stato ospite per ben 4 volte, mentre Pierluigi Bersani si è dovuto 'accontentare' di tre ospitate, seguito da Massimo D'Alema e Walter Veltroni a quota 2. Opsite di Fazio anche Enrico Letta, Giuliano Amato e Josefa Idem. Basta così? Certo che no. Habitué della trasmissione sono anche Nichi Vendola, Maurizio Landini, Rosario Crocetta, Laura Boldrini e Susanna Camusso. Insomma, una vera e propria passerella radical-chic. L'elenco potrebbe proseguire, ma sarebbe interminabile.  "Soluzioni tempestive" - Le conclusioni di Brunetta sono senza appello: "Tutto questo contrasta con qualsiasi norma giuridica e deontologica, ben consapevole che ‘la tutela del principio del pluralismo non significa lottizzazione numerica degli spazi e degli operatori tra i partiti, ma corretta rappresentazione della pluralita' delle posizioni in cui si articola il dibattito politico-istituzionale e delle diverse ispirazioni culturali. Tutte le diverse matrici culturali del Paese hanno dignita' e diritto ad esprimere la propria visione progettuale e la propria interpretazione della realta”. Il capogruppo del Pdl chiede quindi "quali iniziative tempestive intendano prendere per garantire il diritto alla completa e obiettiva informazione del cittadino e rispetto del pluralismo nell'informazione all'interno dei programmi di approfondimento politico del servizio pubblico radiotelevisivo”.

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