Vasco Rossi, rivela: "Ho pensato al suicidio e fossi stato Grillo..."
Il Blasco e la malattia che l'ha colpito: un batterio killer che lo ha mandato in coma per tre giorni. Adesso però torna sul palco per un tour già da sold out
E' l'uomo semplice, il rocker della porta accanto, quello che non ti aspetti possa essere "umano" ma te lo immagini come un supereroe armato di cappellino e microfono. Vasco Rossi, cantautore amato e osannato, sta per tornare in scena con un mini tour già sold out. Dopo i problemi fisici che lo avevano obbligato a interrompere il precedente show e le sue dimissioni da rockstar mai accettate, oggi il Komandante rivela cosa sia davvero successo e come abbia fatto a superare i momenti più difficili e ad uscire da quella folla idea che lo aveva invaso: farla finita. Un batterio killer che vive sulla pelle, quello dello strafilococco aureo, che lo ha infettato nel 2011 e che gli ha causato un'endocardite, infiammazione del tessuto che riveste le valvole del cuore. Oggi è vivo per miracolo e pensa di trasformare la sua storia in un'autobiografia. L'amore per il palco - In un'intervista, rilasciata a La Repubblica, Vasco rivela come sia felice di tornare sul palco, davanti al suo pubblico, di fronte a chi lo ama: "Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a ballare. È questo il concetto, nel mio caso. Avevo lasciato una cosa a metà e ho pensato fosse giusto portarla a termine. Ma è anche una bella scusa, perché avevo voglia di tornare a cantare: ho intenzione di morire su un palco, io, mica in un letto d'ospedale". Ripercorre gli attimi vissuti in ospedale, il lettino, le flebo, il coma durato tre giorni e poi le cure e la riabilitazione. Ma adesso è ancora qua, più cambattivo di sempre ma in fondo in fondo anche un po' cambiato: "Negli ultimi tempi ero stanco di tutto, le dimissioni da rockstar erano figlie di questo sentimento. In realtà volevo decostruire, volevo tornare al Vasco Rossi che scrive le canzoni, abbandonare il ruolo della rockstar, che è fatto di gesti e modi di essere, di luci. Volevo tornare ad essere il cantautore che sono". Quel pensiero: "Farla finita" - "Ho pensato anche al suicidio" rivela il Blasco. Lo ha salvato la fede, la famiglia e ovviamente "I fan, mi è stato di conforto Internet. Facebook è stato il mio compagno di viaggio in questi due anni, ho scoperto il gioco di stare insieme a tanta gente stando seduto da casa, come in un bar virtuale. C'è sempre una persona, però, dall'altra parte. E' uno strumento potentissimo di comunicazione per poter dire la mia e difendermi da quelle immagini che mi vengono appiccicate addosso. Mio figlio Luca si lamentava, "Puoi staccare con l'iPad almeno mentre mangiamo?". Non facevo più nient'altro, dipendenza totale". Il tour - Riparte da dove si è interrotto, con il Live Kom: a partire dal 9 giugno per quattro concerti allo Stadio Olimpico di Torino, poi dal 22 tre al Dall'Ara di Bologna. Anche se Vasco assicura ci sarà qualche chicca per i più appassionati: "Ho inserito canzoni più dure, di carattere più sociale che ho scritto 20 anni fa e sono incredibilmente ancora d'attualità, tipo C'è chi dice no, Gli spari sopra e Stupendo". Si, perché lui già negli anni Novanta sentiva che c'era qualcosa che non andava: "Sentivo l'arroganza del potere, il disprezzo, la mancanza di serietà da parte di chi fa politica. Le mie canzoni sono metafore, non invito certo a prendere le armi e a fare la rivoluzione, ma sentivo questa rabbia che cresceva e l'indignazione da parte della gente". Questa rabbia spiega Vasco: "Si è dimostrata con lo straordinario successo del Movimento Cinque Stelle... che adesso sembra quasi esaurito, tutto cambia così in fretta". La politica - Il rocker proveniente da Zocca ha sempre tenuto a dire la sua e anche su la politica non fa eccezione: "Avrei auspicato che si partisse subito per risolvere i problemi, però i Cinque stelle hanno voluto mantenere questa purezza del tutti a casa. Io invece avrei fatto una distinzione tra il Pd e il Pdl, perché non sono mica la stessa cosa. Lo dico da cittadino, non da politico, anche se io da sempre sono radicale, pre-pannelliano, post-pannelliano e pro-boniniano".