Franca Rame: bella e managercosì ha creato il mito "Fo"
L'attrice scomparsa era la "mente" della coppia con straordinarie doti manageriali
Franca Rame era una donna bellissima. Di una bellezza ingrombrante, anche difficile da gestire sul pacolscenico. Un fisico scultoreo, due gambe interminabili, i capelli biondissimi, lo sguardo seduttivo. Gli inizi della sua carriera teatrale, nei primi anni Cinquanta, ne sono inevitabilmente condizionati tanto che uno dei primi registi con cui la Rame ha lavorato, Fantasio Piccoli, vedendola nei panni della Principessa catttiva nel Re Lear di William Shakespeare le disse che l'avrebbe vista meglio nei ruoli meno impegnativi. Signor Rame - Fu così che Franca accettò di girare film in cui faceva "l'oca giuliva", primi tra tutti "Cocco di mamma" con Bud Spencer. Film che esaltavano quel fisico così dirompente. Una scelta di grande intelligenza che ha permesso alla Rame di gestire saggiamente i primi anni della sua carriera fino all'incontro con Dario Fo ("Una ragazza che non puoi fare a meno di guardare", disse di lei) che, a differenza di lei, non era affatto bello. "Lo diventerà accanto a me", rispondeva la Franca a chi le faceva notare l'aspetto fisico di quello che sarebbe poi diventato il compagnp di una vita. Troppo facile, troppo semplice chiamarla "Signora Fo" perché le sue straordinarie doti manageriali, la sua acuta intelligenza, hanno di fatto "creato" Fo. In pochissimi anni la Rame è diventata la mente pensante dalla coppia ed è probabile che quando poco più che ragazza disse: "Diventerà bello accanto a me", pensasse già al Nobel. E quando suo marito portò a casa il prestigioso premio lei disse. "Per metà è anche mio". La Ranme correggeva fino a tarda sera le bozze dei testi del marito, curava la contabilità della compagnia, gestiva i rapporti con la stampa dando prova delle sue grandissimi doti comunicative. Voleva provare a portare queste sue abilità anche nella politica quando nel 2006 si è candidata al Senato per l'Italia dei Valori. Ce l'aveva fatta ma alla fine si è arresa, il mondo della politica era molto più difficile e infido di quello del teatro e così aveva lasciato.