Innocenzi è bio, ama le fave e le mangia a pranzo

La cronista di Servizio Pubblico, fan della decrescita felice ritorna ai sapori della terra

Giulia Innocenzi, la "santorina" che va a caccia di scoop nell'arena di Michele Santoro ha il pollice verde. Tra un'inchiesta per Servizio Pubblico e un video o una bordata antiCav, la fida "compagna" del teletribuno cortiva l'orticello sotto casa. A primavera è tempo di raccolta. Così la Innocenzi prima di andare in redazione da buona contadina fa il raccolto e porta con sè per il pranzo un bel pacchetto di fave. Rigorosamente biologiche e coltivate con le sue mani. La Innocenzi infatti sarà una fan della decrescita felice, quella filosofia economica nata e cresciuta informalmente dall'inizio degli anni 2000 sui temi della demitizzazione dello sviluppo fine a se stesso, è successivamente sfociato in un'associazione fondata da Maurizio Pallante, esperto di risparmio energetico. Il movimento, chiaramente ispirato alla decrescita teorizzata da Nicholas Georgescu-Roegen, fondatore della bioeconomia, ed in linea con il pensiero di Serge Latouche, parte dal presupposto che la correlazione tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che esistano situazioni frequenti in cui ad un aumento del Prodotto interno lordo (PIL) si riscontra una diminuzione della qualità della vita.  Il seme nella terra - Quindi quando le cose vanno male basta seminare qualche seme nella fresca terra et voilà arrivano le fave per il pranzo. La Innocenzi inoltre ha fatto proprio l'insegnamento lasciato al Paese dall'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che aveva affermato: "Coltivare e zappare la terra fa sentire giovani, dovrebebro farlo tutti. Anche i ragazzi". La "santorina" quindi ha lasciato la videocamera per imbracciare la pala. Poi però il richiamo antiCav è forte e allora torna dal teletribuno per le sue frecciate al veleno. Quando va in onda le fave si sentiranno abbandonate. Saranno le sue braccia tolte all'agricoltura? (I.S)