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Mediaset, flop della guerra dei 20 anni

Sebastiano Solano
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La docu-fiction La guerra dei vent'anni, andata in onda ieri sera su Canale 5, centrata sul processo Ruby è stata seguita da 1 milione e 425mila spettarori, pari ad uno share del 5,88%. Un flop di proporzioni storiche per Mediaset, la cui rete ammiraglia è abituata a ben altri numeri, diciamo attorno al 25%. Ma qual è il motivo di una debacle di tali dimensioni?  Meglio NCIS - Per i giornali e i commentatori di sinistra, gli italiani non hanno guardato la trasmissione perché convinti della colpevolezza del Cav. Ergo, non hanno bisogno di altre prove. Strano, però, perché qualche motivo per guardarla c'era: per curiosità, per sbaglio, o anche solo per poter smentire la ricostruzione. Invece niente, a rimanere incollati per due ore davanti alla tv per seguire il processo Ruby sono stati quattro gatti lobotomizzati. I telespettatori hanno addirittura preferito l'ennesimo episodio di NCIS su Rai Due (9,74%).  E se agli italiani non frega niente - Dai commenti sui social di ieri sera la docufiction pareva il programma più seguito di tutti i tempi: basta solo dare un'occhiata, per farsi un'idea, alla slavina d'insulti che ha inondato l'account twitter del giornalista Andrea Pamparana. Ma non è che del processo Ruby e dei teoremi della Boccassini agli italiani non frega niente? E questo nonostante la campagna stampa di Repubblica, Il Fatto, Servizio pubblico e compagnia cantante? Non è che agli italiani di quello che il Cav fa tra le mura domestiche non frega più di tanto? A guardare i numeri, il dubbio sorge. E magari, per ironia della sorte, gli unici a guardare la docu-fiction sono stati proprio i 'guardoni' de sinistra? O commentano senza nemmeno sapere di cosa parlano? 

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