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Jovanotti contro i sindacati:"Sbagliato escludere Fibra"

Fabri Fibra e Jovanotti

Il rapper escluso dalla kermesse romana del 1° maggio: "Misogino e antifemminista". Il web grida alla censura. E lo fa anche Lorenzo Cherubini

Marta Macchi
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di Marta Macchi Ce lo ricordiamo con la faccia truccata da pagliaccio, il ghigno beffardo di chi non ama le restrizioni mentali e le rime taglienti come un bisturi che lacera il buon costume. Fabri Fibra, all'anagrafe Fabrizio Tarducci classe 1976, è stato escluso dal concerto del 1° maggio e sul web si è scatenata la polemica; tanto che persino il cantautore toscano Lorenzo Jovanotti ha voluto esprimere il suo parere sulla questione, prendendo le difese di Mr. Simpatia. Il ragazzo proveniente da Senigallia, personaggio emblematico del hip hop made in Italy, continua a far parlare di sè e dei suoi testi giudicati scabrosi e indecenti. Lui, dal canto suo, dice di limitarsi a raccontare la vita in modo asettico, da spettatore esterno come un moderno Truman Capote tra le pagine di A sangue freddo. Maschilista, misogino, licantropo antifemminista e omofobo: ecco perché il rapper, mietitore di dischi di platino, non salirà sul palco della cerimonia canora. Niente concertone per lui: l'associazione D.i.re - Donne in rete contro la violenza - lo fa escludere dal borderò della manifestazione e gli organizzatori seguono ed eseguono. Troppo scomodo. Il perbenismo colpisce Fabri Fibra. Il rapper viene infilzato anche in una lettera aperta ai sindacati: l'associazione femminile, presieduta da Titti Carraro, sancisce l'esclusione senza possibilità di replica. Certo, nelle sue metriche vengono spesso citati personaggi inerenti al panorama cronachistico italiano, da Erica e Omar, a Pacciani, fino a vere e proprie storie di sangue e violenza, ma il "reporter" in rima non fa altro che portare in musica i problemi di una società che di eccessi e irreverenza si nutre come di una linfa vitale. "Non è nei nostri poteri rifiutare le indicazioni che ci arrivano dai sindacati" questo il commento di Marco Godano, storico organizzatore dell'evento, alle polemiche legate all'estromissione del creatore di "dalla A alla Z".  La risposta - Fabri Fibra non ha ancora commentato l'esclusione ma in rete, via facebook e twitter, fa sapere ai fan che presto esprimerà le sue considerazioni sull'accaduto. Al D.i.re ha risposto in una lettera, pubblicata dall'Huffington Post: "Il rap, come il cinema, racconta delle storie, alle volte crude alle volte spensierate. Spesso le rime e il rap servono per accendere i riflettori dove c'è il buio". Brutale dunque perché brutale è il mondo: "Il rapper non prende una posizione sulla canzone che scrive: è l'ascoltatore che è costretto a riflettere e a prendere una posizione".  Ma ad i fan, che sognavano di vederlo solcare il palco dei lavoratori, non basta e su internet è già polemica: si parla di censura preventiva e i seguaci non perdonano. È la prima volta infatti che la rassegna musicale, nata nel 1990, decide di lasciare fuori dalla manifestazione un artista. Il tanto contestato rapper marchigiano però non si è mai tirato indietro di fronte alle contestazioni, affrontando temi scottanti che spesso hanno diviso l'opinione pubblica: tra aspre critiche e numerosi consensi. "Io come Tarantino" - "Nel 2013 sono stanco di essere descritto ancora come il rapper violento: in passato mi accusavano di non rispettare le donne nelle rime, ma io scrivevo quello che vedevo non quello che pensavo. Nemmeno Quentin Tarantino, con i suoi film spesso crudi, crede o incita alla violenza; quella non è la realtà. I suoi film non sono documentari. Il rap segue lo stesso principio". La faccia spesso imbronciata, l'atteggiamento da bad boy e la pelle tatuata non aiutano ma lui quando si è trattato di chiarire la sua posizione sullo scottante tema del femminicidio ha immediatamente condannato il gesto: "In italia ha raggiunto proporzioni inquietanti. Tutti ne dobbiamo immediatamente prendere le distanze e deprecarla come uno dei peggiori crimini che si possano commettere". Nessuna incitazione alla violenza quindi ma solo una libertà stilistica poetica che a volte può anche trarre ispirazione dalla violenza. Si tratta semplicemente di racconti, di telegiornali in musica e di verità che, anche a mettersi le mani davanti agli occhi, non scompaiono. Che lo si odi o lo si ami c'è da ammetterlo, la provocazione paga e infatti la sua ultima opera, Guerra e Pace, è già disco d'oro.  Concertone: che autogol - Così la manifestazione canora si è trasformata in un attimo in una buffonata soggetta al taglio censurale. Non è bastata la presa in giro ad opera di Elio e le Storie Tese che, con la loro Complesso del Primo Maggio, hanno detronizzato la kermesse musicale riducendola ad un retorico cerimoniale sempre uguale a se stesso. Gli organizzatori della manifestazione, adesso, rischiano di perdere sostegno oltre alla già minata credibilità. Fibra alla fine commenta dicendo la sua: "Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni: nemmeno quest'anno sarò su quel palco. Mi sembrava strano. In effetti, l'invito entusiasta da parte di Marco Godano mi aveva sorpreso, era una bella novità. Invece poi non sono gli organizzatori che decidono chi suona in piazza. Nei miei testi forse non tutti ci leggono l'impegno politico o sociale necessario per eventi del genere. Il Primo Maggio è ancora soggetto a certi schemi che in altri circuiti live non ci sono o comunque non ci sono più". A dar man forte al rapper, come detto, anche il collega cantautore Jovanotti che dal suo profilo twitter ne condanna l'esclusione: "Mi sembra assurda questa censura a @FabriFibra da parte del minculpop dei sindacati. Fibra è un acceleratore di immagini, la sua è arte".

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