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Freccero, ha vinto Libero: il direttore si prende la PornoRai sul muso

L'Ordine dei giornalisti respinge il ricorso del capo di Rai4: "Le minacce di un direttore di rete pubblica sono una notizia"

Giulio Bucchi
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  Avevamo ragione. Ieri l'Ordine dei giornalisti della Lombardia ha rigettato l'esposto di Carlo Freccero contro il nostro direttore Maurizio Belpietro e Francesco Borgonovo. Il direttore di Rai 4 chiedeva che fossero presi provvedimenti disciplinari perché Libero aveva pubblicato la trascrizione della telefonata da lui fatta al nostro quotidiano circa un anno fa. Libero, in un articolo  di Francesco Borgonovo, aveva osato criticare la serie televisiva Fisica o chimica,  in onda sulla rete di Freccero la mattina e il primo pomeriggio, cioè nella fascia solitamente dedicata al pubblico dei giovanissimi.    Ascolta la telefonata di insulti di Freccero  su Liberotv   Un pubblico per cui i contenuti della seria non erano proprio adattissimi: Fisica o chimica, ambientata in un liceo spagnolo, mostrava rapporti a tre, storie di sesso fra insegnanti e alunni (minorenni) e via di questo passo. In seguito all'uscita del pezzo, i vertici di Viale Mazzini decisero di cambiare l'orario di messa in onda del programma e poi di sospenderlo. Venuto a conoscenza della cosa, Freccero telefonò infuriato in redazione e fu quindi richiamato dall'autore dell'articolo. Il contenuto della chiamata è noto: il direttore di Rai4 accusò il nostro giornalista di essere al servizio di fantomatici «cardinali pedofili», nonché di essere un «culattone», un «cretino» e uno «stronzo fascista». Minacciò inoltre il direttore Maurizio Belpietro promettendo che gliel'avrebbe fatta pagare e concluse dicendo che ci avrebbe mandato «i forconi in redazione», perché «sarà il sangue e il sangue scorrerà».  Il giorno seguente pubblicammo la trascrizione della conversazione, ritenendo che si trattasse di una notizia. Non solo per gli insulti e le minacce che il direttore di una rete del servizio pubblico rivolgeva al nostro giornale, ma anche in virtù di ciò che Freccero diceva a proposito del direttore generale della Rai Lorenza Lei, accusata anche lui di essere collusa con i cardinali pedofili di cui sopra. Dopo la pubblicazione della telefonata, Freccero fu sospeso per dieci giorni da Viale Mazzini. Ma, deciso a non farcela passare liscia, presentò un esposto contro di noi all'Ordine dei giornalisti e al Garante della privacy. Bene, dopo che il Garante, nei mesi scorsi, ha ritenuto lecita la pubblicazione della telefonata, ora anche l'Ordine respinge le richieste del direttore di Rai4. Secondo il presidente Letizia Gonzales,  «i toni utilizzati da Carlo Freccero e le minacce da questi formulati» sono «una notizia di interesse pubblico. Riveste infatti pubblico interesse il fatto che una persona assolutamente nota, direttore di una rete pubblica abbia violentemente investito colleghi che si erano limitati ad esprimere la loro opinione sulle trasmissioni andate in onda sulla sua rete». Questo perché «minacciare, insultare, cercare di intimidire chi si è limitato a esprimere il proprio pensiero non è un comportamento corretto e in sintonia con i doveri di colleganza».  Dunque il nostro direttore e Borgonovo «hanno legittimamente esercitato il diritto di cronaca perché i toni usati e le minacce formulate da un personaggio pubblico contro operatori dell'informazione costituiscono una notizia in sé».  

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