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Cracco, il sex symbol che fa friggere più le donne che il pesce

Carlo Cracco

Andrea Tempestini
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di Selvaggia Lucarelli Ci sono molte cose che gli uomini non si spiegano di noi donne. L'ossessione per le scarpe. Il carattere liturgico della manicure. Il significato della parola shatush. E la passione incondizionata, insindacabile e bruciante per l'unico uomo che mette tutte d'accordo: Carlo Cracco, detto anche «il  Clooney del soffritto». L'uomo che sorride dalla copertina del suo libro da 130 mila copie Se vuoi fare il figo usa lo scalogno e istiga ragazzette, milf e casalinghe a interrogarsi non sullo scalogno, ma sulla scalogna di non aver impalmato un uomo così.  Un uomo che nell'ultimo anno si è confermato l'unico fenomeno mediatico catalogabile come «sex symbol» capace di spadellare con la stessa aria sadica funghi trifolati e ormoni trafelati di tutte le cucine e femmine d'Italia. Non c'è impresa che Cracco, nell'ultimo anno, non abbia cavalcato e la faccenda incredibile è che qualsiasi cosa tocchi diventa oro. O comunque glassa dorata. Scrive un libro su come farcire un piccione e arriva in vetta alla classifica. Va alle Invasioni barbariche a dare i voti all'arrosto della Bignardi e La7 fa ascolti da finale di Champion's League. È giudice in un reality in cui il massimo della sfida è a chi fa meno grumi nella besciamella e la gente ne discute nei bar come se il giudizio di Cracco sulla lasagna di Ivan condizionasse le decisioni dell'Unione Europea sulla Corte Unificata. Appare su una copertina liricamente subliminale di GQ con avvinghiata addosso una tizia nuda che stringe un'orata tra le mani, e mezza popolazione femminile sogna di essere sfilettata come quel pesce da forno e di morire lisca tra le sue braccia. Ma Cracco è anche l'unico uomo che calca il palcoscenico di Sanremo sapendone più di trofie che di strofe musicali, e risultando comunque più virile di tutta l'Armata rossa nuda sotto la doccia.  Il perché Cracco sia tutto questo e molto di più, lo spiego io agli uomini una volta per tutte. Partiamo da un fatto elementare: intanto, è figo. Quel sale e pepe che lui dosa egregiamente nei suoi piatti, la natura l'ha dosato sulla sua chioma fluente con rara perfezione. Barba e baffi completano l'impiattamento, ma il bello di Cracco è che riesce a risultare maschio anche col grembiule da tata filippina mentre mescola il risotto con la cucchiara di legno. Poi ci sono quei modi rudi da uomo che non deve chiedere mai, neanche il numero di telefono a una donna, perché tanto glielo lascia già lei in un post it sulla canna fumaria. Qui però dovete seguirmi, perché il fascino della sua rudezza è calibrato col misurino da caffè. Se Bastianich è da scenata pirotecnica, lancia piatti e ricorre al turpiloquio, Cracco è più sadicamente sottile. Lui ti dà l'idea che a telecamere spente, quel piatto te lo farebbe leccare, per punirti. Cracco rosola polli e concorrenti con la stessa seducente abilità, perché utilizza due strumenti perversi: lo sguardo e le pause.  Io non so se queste tecniche da fascinoso torturatore le abbia imparate all'istituto alberghiero o nelle carceri iraniane, ma quello sguardo da «Django» del cacio e pepe, fa appassire le cipolle e rifiorire l'ormone con la stessa rara efficacia. Guardate Tiziana, l'avvocato di Masterchef. Ovvio che il suo amore per Cracco fosse una causa persa fin dall'inizio, ma il potere di Cracco su una donna, ha trovato in lei la massima espressione: se con gli altri concorrenti aveva la faccia di Kathy Bates in Misery non deve morire, di fronte agli ammiccamenti di Cracco era un biscottino di marzapane.  E poi c'è la parlata. Sì, qualcuno dice che ha la flemma di un prete di Quinto Vicentino, ma dosa le pause che nemmeno Celentano nel pieno della forma. E lo fa a ragion veduta, mica perchè è tonto. Lo sa che a noi donne quel fare deciso e serafico che ha in cucina, evoca altri luoghi e altri guanciali. Quelli da letto, mica da pasta alla gricia. Lo sa che con quei dieci minuti di sguardi preliminari crea il climax, per poi toccare l'acme con esplosioni improvvise a suon di «E alloraaaa», tanto perché sia chiaro che il maschio è lui, pure tra il lavello e il frigorifero. Esplosioni che sono entrate così tanto nell'immaginario erotico femminile che ormai l'unica cosa capace di accendere una donna nell'intimità è gridarle nell'orecchio «5 minuti! Ancora 5 minutiiii!».  La verità è che Cracco è Mr.Grey. Galante, ruvido e burbero come il protagonista del porno Harmony più amato dalle donne, basta poco per immaginare la cucina come la sua stanza delle torture sadomaso. Un guanto da forno al posto di quello in latex, lo spago dell'arrosto per legarti a suo gusto e la frusta da cucina per punirti se bruci il gateau di patate. Basta studiare come tratta Benedetta Parodi quando va ospite da lei e si capiscono molte cose.  Quando c'è lo chef brizzolato, lei smette di essere presente a se stessa ed è capace di afferrare un piatto rovente da braciola senza avvertire dolore. Se lui le chiede di preparare un uovo lei è capace di covarglielo su un letto di paglia, per poi tornare a casa e sfanculare Caressa per i sei giorni successivi alla visione di Cracco. Perché sì, la verità è cruda come il fagiolo di Daiana: qualsiasi uomo al suo confronto è un triste, informe, sciapo mappazzone. Fatevene una ragione.

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