Lo sforzo di Fazio è inutile,parola dei sondaggisti:"Non sposta un voto"
Mentre Fabio gongola per gli ascolti e viene precettato pure per il Festival 2014, gli esperti spiegano che il "fazioso" e Crozza non smuovono consensi
di Antonella Luppoli Ci hanno provato. Ma non ci sono riusciti. Qualcuno, dentro o fuori Viale Mazzini, deve avere pensato che il Festival di Sanremo, la kermesse televisiva più «popolare» del Paese, poteva essere una occasione ghiotta per modificare gli orientamenti di voto degli italiani. Magari deve essergli passato per la testa che occupare il palcoscenico dell'Ariston, a dieci giorni dal voto per le Politiche, farvi scorrere icone della sinistra come Fabio Fazio, Luciana Litizzetto e Maurizio Crozza, poteva blindare il risultato. Sbagliato. A certificarlo sono i principali esperti di sondaggi in Italia. «Le cifre sono rimaste identiche, è un momento di stand by», conferma Alessandra Ghisleri. La direttrice di Euromedia Research - sondaggista preferita dal Cavaliere - rileva che «sono altre le cose che influiscono sulle scelte di voto, non le gag di un comico in tv». Prosegue: «L'unico effetto registrato è un maggiore bisogno di serietà da parte della gente, sul quale hanno anche influito le dimissioni del Santo Padre». Una cosa è cambiata: «È mutato il modo di percepire la responsabilità di voto». C'è da immaginare, dunque, che molti potenziali astenuti si recheranno a votare. E non è detto che lo facciano per la sinistra. Le fanno eco Nicola Piepoli dell'omonimo istituto e Renato Mennheimer di Ispo. Il primo spiega che «su un campione di 10.000 interviste la situazione è rimasta immutata». Le canzonette sono solo canzonette. «L'elettore normale è soggetto in questo periodo ad un autostress - sostiene Piepoli - è dubbioso, pronto a cambiare la propria preferenza, ma di certo non in relazione a ciò che dice un comico in tv». Mannheimer concorda: lo show di un comico, per quanto aggressivo possa essere, non comporta travasi di voti. «Lo spettacolo di martedì scorso non ha prodotto nessun effetto. Nessun episodio influisce completamente sulle preferenze degli italiani, che votano sulla base di più elementi (razionalità, identificazione, appartenenza, ambiente, ndr)», spiega. Che non si dia la colpa al povero Crozza, dunque. Lui ce l'ha messa tutta. È il suo mestiere prendere in giro il Cavaliere. Il comico di La7 e di Ballarò ha esordito martedì sul palco dell'Ariston con il personaggio di Silvio Berlusconi, ma più che alterare i risultati dei sondaggi, ha smosso la platea che lo ha fortemente contestato. Nulla di fatto quindi per gli addetti ai lavori di Che Sanremo che fa, come è stato ribattezzata questa edizione del Festival. Se non hanno fallito per quanto riguarda audience e share, lo hanno fatto nella missione «conversione». I vertici di viale Mazzini, però, non cambiano strategia. Domani, per il gran finale, è in programma l'esibizione di Claudio Bisio. Non è detto che l'anno prossimo ai telespettatori italiani venga risparmiato il bis. Il direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, non si è pronunciato in maniera netta: «Da scaramantico preferisco aspettare marzo per parlare», ha spiegato. Ma non ha escluso una conferma della gauche couple Fazio/Littizzetto alla guida del carrozzone. Il sospetto nasce da una serie di messaggi su Twitter tra il medesimo Leone e il direttore di Raitre, Andrea Vianello. Il primo ha fatto sapere che i due conduttori «non sono patrimonio solo di Raitre». Poi ha cinguettato in direzione del direttore di Raitre: «Voglio tranquillizzare @andreavianel, non ti porteremo via Fazio da Raitre. C'è gioco di squadra. Magari un prestito a febbraio?». Guarda caso febbraio è proprio il mese in cui va in onda il Festival. Leone conferma l'interpretazione con un altro tweet: «E comunque è troppo presto per parlare della conduzione del Festival 2014. Concentriamoci su questo e poi ci penseremo più in là». Intanto Vianello replica: «Sono tranquillissimo. Adoro il gioco di squadra. Per il prestito di Sanremo su Raitre, perchè no?». E il diretto interessato Fazio dice: «Sanremo 2014? Se ci fosse un'idea...». Un'altra per screditare il centro destra? Ma l'anno prossimo, nello stesso periodo, non dovremmo essere in campagna elettorale. O forse sì.