Sanremo, il Festival al via con il Va' pensiero. Littizzetto contro Berlusconi, c'è Crozza
La bomba Crozza sul Festival di Sanremo. Il comico arriva sul palco dell'Ariston, ospite più atteso della prima serata, imita Berlusconi e scatta la contestazione del pubblico. Chi grida "Vai a casa!" all'indirizzo del Cavaliere (quello vero), chi grida "Vai a casa!", sì, ma questa volta allo stesso Crozza, che si becca anche un bel "Pirla!". Il senso è "No politica a Sanremo", qualcuno lo urla pure. Ma si va avanti, tra gli imbarazzi del conduttore Fabio Fazio. Ma l'impressione è che abbia ottenuto proprio quello che voleva: il Festival dell'Unità è finalmente cominciato. Ma a voi Crozza a Sanremo è piaciuto? Votate il sondaggio di Liberoquotidiano Crozza imita Silvio Guarda il video su LiberoTv Inizio "padano" - Non bastano le note del Va pensiero tanto caro ai leghisti per tranquillizzare chi temeva un Festival di Sanremo "rosso". Fabio Fazio dà il via all'edizione 2013 della kermesse all'Ariston con l'orchestra dell'Arena di Verona diretta dall'ex Pfm Mauro Pagani e la celebre aria del Nabucco di Giuseppe Verdi, poi spazio subito a Luciana Littizzetto. Aveva giurato che non avrebbe parlato di politica, religione e sesso. Sulla religione, forse per le dimissioni-choc di Papa Ratzinger, nei primi suoi 2 minuti di intervento ha mantenuto la parola. Sul resto, però, niente da fare. E nel mirino, mai nominato ma sempre evocato, manco a dirlo c'è ancora lui, Silvio Berlusconi. Preghiera anti-Cav - La "preghiera a San Remo" letta dalla comica, ospite fissa e valletta di Fazio, è uno sberleffo al Cavaliere, ai ristoranti sempre pieni ("Sì, ma di camerieri che cercano lavoro") e all'Imu ("Vorrei vedere i soldi prima delle elezioni..."). E poi lo scontatissimo gioco di parole, un po' meno scontato dell'elegante abito nero con tanto di pizzo della solitamente informale Littizzetto: "Non nominerò mai nessuno, al massimo parole che cominciano per ber-, come bersaglio, e che finiscono per -oni, tipo...". Si ride, ah se si ride. Ma il finale della preghierina, prima della pubblicità, è un inno alla satira intelligente: "San Remo, fai che io resista all'incontenibile bisogno di dire culo!!!". A questo punto, il tanto temuto Maurizio Crozza (appuntamento intorno alle 22.40) non potrà che essere una boccata d'ossigeno. Arriva Crozza - Alle 22.15 Fazio annuncia raggiante: "E' arrivato Crozza". Il comico genovese è ancora nel backstage, ma, assicura il conduttore, "parlerà solo di politica, posso stare tranquillo". L'attesa, fino a quel momento, è riempita dalla musica (Mengoni, Gualazzi, Daniele Silvestri, la Molinari) e dalle bellissime ospiti (Ilaria D'Amico, Valeria Bilello, Flavia Pennetta). E dopo la pubblicità, ecco l'annuncio. C'è Crozza, versione chansonnier. In completo-Cavaliere, con tanto di mazzette di soldoni al posto della pochette, Silvio B. canta Formidable, scritta per l'occasione da Bonaiuti-Verdini-Cosentino-Aznavour. La contestazione - Come a Ballarò, il Berlusconi di Crozza è il ganassa che in un momento di silenzio viene accolto da un emblematico "vai a casa!" gridato da una donna in platea. Se il Festival non sarà del tutto rosso, il pubblico proverà a rimediare. Il motivetto, dopo battute su condoni, Bersani e Grillo, passa dalla culona Merkel all'Europa, tra fiati e "che figata!". Ma la contestazione è dietro l'angolo: "No politica a Sanremo!", rispondono dal pubblico, e poi ci scappa il "Sei un pirla!" che incorona perfettamente la serata. Fazio interviene: "State tranquilli", ovazione di una parte del pubblico. Ma la sensazione è che gli organizzatori se la siano cercata. "La mia non è propaganda", prova a difendersi Crozza dopo essersi tolto la parrucca. Per farla patta, rispolvera il suo Bersani, esse emiliana, qualche modo di dire da osteria ("Non è che se alla tavoletta del cesso ci attacchi una i sopra, diventa un MacBook"), timidi applausi. Poi tocca a Ingroia e Montezemolo, ma il finale è fiacco. E a restare nell'aria è la contestazione, compreso quel "fuori!" che il resto del pubblico urla a un contestatore. Come ai processi della sinistra extra-parlamentare ai cantautori, negli Anni Settanta.