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Cadono gli dei di La7: spostati e cancellati. Addio al sogno della tv radical chic

Corrado Formigli e Gad Lerner

Ascolti giù, paga Lerner che finisce in fascia pre-notturna. Spostato anche Formigli per lasciare campo libero a Santoro

Andrea Tempestini
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di Malabarba Il grande sogno della televisione radical chic potrebbe svanire con tre righe di necrologio,  quelle pubblicate ieri  da Dagospia: «Formigli si sposta al lunedì ed è furibondo, Santoro rimane al “suo” giovedì, Lerner sparisce cancellato dal mignolo d'ascolto e mantiene solo il venerdì in fascia pre notturna». Fossero confermate le voci, sarebbe il crollo degli di di La7, quelli dell'emittente intellettuale e progressista, tanto nobile negli intenti quanto minuscola nello share. Secondo Dago, la data del terremoto è fissata per gennaio. E, dopo tutto, la catastrofe sembra inevitabile. Una rete in vendita piena di star costosissime che  però non raccolgono abbastanza ascolti. Un colosso del piccolo schermo come Gad Lerner, uno che ha fatto la storia della televisione italiana, fatica a schiodare il suo Infedele dal 3%. E costa pur sempre 114.634 a puntata (la fonte è ancora Dagospia).   Nell'era dell'antipolitica e delle piazze ruggenti un talk show dal taglio professorale è destinato a una vita d'inferno. Si può far gli intelligenti finchè si vuole, ma l'ascolto è l'ascolto.    Si potrebbe comprendere anche il fastidio di Corrado Formigli. Già ha dovuto faticare come una bestia per raggiungere un dignitosissimo 7% con Piazzapulita, dover ricominciare tutto da zero passando dal giovedì al lunedì assomiglia molto a una condanna. Nell'olimpo antiberlusconiano resiste solo Michele Santoro, ancora capace di buttare il cuore oltre la doppia cifra di share. Per il resto, è un disastro. Il tentativo di creare un programma del pomeriggio senza impantanarsi nei format per massaie è fallito. Il polpettone catodico di Cristina Parodi, sospeso tra ricette, un pizzico di gossip e giornalismo è piantato al 2%. Anche se ogni giorno fa spendere alla rete 58.048  euro. Un bel salasso.  Perfino la bravissima Geppi Cucciari, una che funziona ovunque la metti, a dicembre chiuderà il preserale G'Day. Anche qui, stessa minestra: 39.636 euro al giorno per una trasmissione che diluisce la verve della comica in un tripudio di intellettualismi. Di fronte a dati come questi, bisogna ammettere che il progetto di Paolo Ruffini, ex direttore di RaiTre, di creare un polo de sinistra e con un po' di puzzetta al naso è fallito. Le sorelle Parodi vanno male, Sabina Guzzanti è durata il soffio d'una stagione, l'ex cuoco dalemiano Gianfranco Vissani e la giornalista Michela Rocco di Torrepadula costano 96.000  euro a settimana e, di nuovo, procacciano indici d'ascolti difficilmente visibili a occhio nudo. Se le indiscrezioni di Dagospia fossero confermate, sarebbe la fine di un modello: una rete composta di tante Lilli Gruber non funziona. Il salotto buono è diventato polveroso, il riflessivo Gad va sfrattato e ricollocato nella soffitta pre notturna, quasi gli volessero dire che concilia il sonno. La  presunta innovazione e  il Fabiofazismo snob all'ennesima potenza cedono il passo di fronte a gente con spalle più larghe e robuste: Santoro e Mentana. I soli capaci di far lievitare lo share. La rete degli snob salvata dagli unici due che snob non sono.

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