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Al festival del Cinema di Roma la Regione Lazio si autopremia

Cinque dei titoli più importanti a film prodotti dal fondo regionale per il cinema, che sostiene anche il festival. Anche il premio alla Miglior Attrice, assegnato alla patonza di Isabella Ferrari

Roberto Procaccini
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Un festival autarchico: il Roma Film Festival non solo si autocelebra, ma si autopremia. Dei riconoscimenti più importanti che la giuria ha assegnato, cinque sono andati a titoli prodotti con il sostegno del Fondo per il cinema della Regione Lazio. Lo stesso fondo che compare tra gli sponsor della kermesse cinematografica. Come a dire: chi ci mette i soldi, pretende e ottiene. L'assessora - Non c'è mistero nella vicenda: è la stessa responsabile dell'assessorato alla Cultura della giunta regionale del Lazio (in via di scioglimento) a rivendicare il merito. "Grande soddisfazione - scrive Fabiana Santini - per l'affermazione dei film sostenuti dal Fondo regionale per il cinema". Così come è l'assessora della giunta di Renata Polverini a stilare la lista dei "titoli di regime". Spicca E la chiamano estate, il contestato e schernito film di Paolo Franchi su cui nessun critico avrebbe scommesso un euro, ma che si è portato a casa la Miglior Regia e la Miglior Protagonista Femminile (Isabella Ferrari, del cui nudo integrale tanto si parla). Ma ci sono anche Alì dagli occhi azzurri, che ha vinto la Miglior opera prima e il premio speciale alla Regia, e Cosimo e Nicole, vincitore della sezione Prospettive Italia. La Santini, soddisfatta, commenta: "Questi successi testimoniano che il Lazio Film Fund ha portato all'industria cinematografica il giusto impulso per una nuova linfa creativa". O, forse, che il Roma Film Festival non è una vetrina per chi vi partecipa, ma per chi l'organizza

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