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Il Cile scrive e canta la crisi, ma sogna una rivincita

Il Cile, in arte Lorenzo Cilemrbini

Un debutto col botto con "Siamo morti a vent'anni": subito ai vertici delle classifiche. Ma ora vuole che sia la sua generazione a scalare "la classifica"

Leonardo Diana
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  intervista di Leonardo Diana   "Scrivo per me stesso ma principalmente per il pubblico e il successo raggiunto è stato una sorpresa anche per me". Sono queste le prime parole di Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, cantautore che nel 2012 è stato protagonista di un esordio eccezionale, il suo primo album Siamo morti a vent'anni ha debuttato direttemanete alla numero 1 della classifica di iTunes e alla numero 5 della classifica ufficiale FIMI. Definire Il Cile un semplice cantautore è riduttivo, dietro a questo 30enne di Arezzo c'è molto di più e in molti l'hanno capito. Un 2012 di grandissime soddisfazioni, come hai vissuto questo anno di successi?  "Il successo è stato una sorpresa anche per me, il merito è anche del team di produzione che ha creduto in me, ci siamo chiusi in studio portando a termine un lavoro molto simile a quello che si faceva una volta e il pubblico ci ha ricambiato. Lavorare con il produttore Fabrizio Barbacci è stato un onore, è una persona fantastica che riesce a prendere il comando dello studio ma allo stesso tempo non ti lascia mai solo".  Ti hanno definito il nuovo "Golden boy" della leva cantautoriale, nei tuoi testi parli di amore, giovani, crisi ma qual è la tematica che ti sta più a cuore?  "Non c'è un tema preferito, il mio è un album autobiografico, nei miei testi parlo di me stesso, di quello che vedo e che mi circonda, uso la musica per liberarmi dai tormenti, il termine cantautore mi spaventa anche un pò, è quasi sacro, preferisco definirmi un ragazzo creativo che ama trasformare le parole in musica".  Nel tuo primo singolo Cemento armato si evince una sorta di pessimismo, quasi rassegnazione ma, secondo te, c'è spazio per l'ottimismo nell'Italia del futuro?  "In quella canzone c'è anche altro, più che pessimismo o rassegnazione direi rabbia, è stato uno sfogo viscerale per esternare la tristezza di quel momento. I testi sono una carta d'identità e dopo la crisi c'è sempre una rinascita, anche Siamo morti a vent'anni è un titolo-provocazione, un titolo che vuole fare rumore, parlare di dolore per ripartire".  Hai citato Barbacci, produttore di artisti come Ligabue, Gianna Nannini e Negrita, proprio con gli ultimi hai instaurato un rapporto artistico importante, hai scritto per il loro album Dannato vivere e hai aperto il loro tour. Come è stata l'esperienza con il gruppo?   "E' stata un'esperienza pazzesca e con Pau e gli altri membri del gruppo è nata un'amicizia incredibile e il rapporto professionale si è trasformato anche in rapporto umano".  Adesso sei in tour, da Milano a Roma, passando per altre importanti città italiane, tantissimi i fan che ti seguono in ogni tappa, ti senti un idolo per la tua generazione?  "Più che un idolo mi sento una persona in mezzo a questa generazione, scrivo per me stesso ma l'obiettivo principale è il pubblico, è la gente che ti dà le risposte, sul palco cerco il più possibile di creare un contatto con le persone".   Date del Tour 16.10.12 Milano, Alcatraz 19.10.12 Rezzato (BS), Teatro Ctm 20.10.12 Roma, Orion 27.10.12 Taneto di Gattatico (RE), Fuori Orario 03.11.12 Livorno, Cage Theatre 10.11.12 Senigallia (AN), Mamamia 16.11.12 Nonantola (MO), Vox 17.11.12 Cortemaggiore (PC), Fillmore 24.11.12 Bassano del Grappa (VI), Teatro Remondini 01.11.12 Pinarella di Cervia (RA), Rock Planet 07.11.12 Lecce, Officine Cantelmo  08.11.12 Messina, Centro Multiculturale Officina   Ufficio stampa esterno Live Nation: Propapromoz | P.r. & Communication – tel. +39.02 49.862.92 Flavio Zocchi [email protected] Chiara Rizzitelli [email protected] Elisa Pallini [email protected]    

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