Rai, Prima Pagina su Radio 3 occupato dagli anti-Salvini: solo insulti contro il ministro
Siete elettori salviniani amanti della radio e desiderosi di dire la vostra durante le trasmissioni? Siete ascoltatori di destra, più o meno colti, ma comunque in grado di argomentare le vostre posizioni in programmi radio lontani dalle vostre convinzioni politiche? Siete gente che non la pensa come i radical chic, ma che con loro vuole confrontarsi in maniera pacifica, contribuendo al dibattito democratico? Guai a voi! Verrete considerati dei barbari, degli invasori, degli ignoranti che si permettono di infiltrarsi nella roccaforte della cultura di sinistra, magari sognandosi (ah, poveri illusi!) di espugnarla. Alla vostra presunta minaccia subito risponderanno a tono, si armeranno di archibugi, balestre e palle roventi per scacciarvi via. Vi bombarderanno perfino, ricorrendo a un raid di sms per annunciare, in radiofrequenza, che loro, a differenza vostra, #nonstannoconSalvini. La trasmissione radiofonica Prima pagina su Rai Radio 3 da alcuni giorni è vittima di un assedio (non richiesto) di messaggi di cittadini che, dopo rispettivo nome e cognome, fanno sapere di non stare col ministro dell'Interno. Leggi anche: Cottarelli a Libero: "Da Fazio non sarò l'anti-Salvini" DIRITTO LEGITTIMO Diritto legittimo, per carità, come quello dei tanti cittadini che stanno scrivendo a Libero per far sapere, al contrario, di sostenere Salvini, a loro parere ingiustamente indagato. Con la differenza, tuttavia, che in un caso la campagna è stata lanciata dal nostro giornale e apprezzata e condivisa dai lettori. Nel secondo, invece, è stata semplicemente subita da Radio 3. E con la differenza soprattutto che questo attacco anti-salviniano viene giustificato dagli aderenti alla campagna col fine di difendere la radio dalle infiltrazioni pericolose dei tifosi leghisti. Ieri durante un'altra trasmissione di Radio 3, La città ne parla, alcuni ascoltatori hanno spiegato le vere ragioni della gragnuola di sms contro Salvini: su Prima pagina, ultimamente, si parlava troppo del ministro dell'Interno e intervenivano troppi suoi sostenitori. La sintesi, tanto lucida quanto inquietante, di queste ragioni viene fatta da un'ascoltatrice, tale Viviana Codemo, che ha partecipato al bombardamento anti-salviniano. Da un lato, spiega, «proviamo a mettere la nostra voce in un momento in cui la pervasività di Salvini è totale, anche durante la rassegna stampa di Radio 3»; dall'altro c'è il tentativo di scongiurare «una mutazione antropologica degli ascoltatori di Radio 3»: gente che di solito «si considera più colta della media», ascolta trasmissioni impegnate come Fahrenheit, la cultura, la musica classica, mentre ultimamente è stata sostituita da gente che fa «chiamate razziste», individui «pilotati da chi fa la campagna pro-Salvini» e pedine «di un gioco più grande». In sostanza, Radio 3 sarebbe stata colonizzata dai troll salviniani... Alla gentile signora, e a quanti hanno partecipato alla campagna #IononstoconSalvini, facciamo notare, come già sottolineato dal direttore di Libero Pietro Senaldi, ospite di La città ne parla, innanzitutto che anche un elettore di Salvini può benissimo interessarsi di cultura e ascoltare musica classica, e pertanto essere un fedelissimo di Radio 3. RAZZISMO CULTURALE Pensare che ciò non sia possibile significa fare razzismo culturale, ritenersi un'élite privilegiata, unica depositaria del sapere, e discriminare tutti gli altri, perché sprovveduti. In secondo luogo, bisognerebbe considerare che Radio 3 resta una rete del servizio pubblico e, come tale, è destinata a tutti gli italiani e non può diventare dominio esclusivo di un'area politica o culturale. Sennò si chiamerebbe Radio Dem... La cosa tuttavia più inquietante è teorizzare che chi interviene su Radio 3 e tifa Salvini non sia uno spontaneo ascoltatore, ma un soggetto manipolato da certi oscuri poteri di destra, da lobby sovraniste, magari dall'intelligence russa. Siamo al complottismo da radio: dopo la congiura delle scie chimiche venne quella delle frequenze salviniane. Ma soprattutto siamo alla difesa, quasi comica, di un'egemonia culturale ormai estinta. Gli ascoltatori di sinistra non si fanno una ragione del fatto che ormai non solo la massa ma anche la nicchia che segue Radio 3 stimi, tifi e voti Salvini, che il vento è cambiato e con esso le onde radio. di Gianluca Veneziani