L'Unità, dopo il fallimento del quotidiano i giornalisti devono pagare le multe per diffamazione: pignorati i beni di Concita De Gregorio
Il fallimento del quotidiano L'Unità sta per abbattersi sulla testa dei giornalisti della redazione e sul suo ex direttore dal 2008 al 2011, Concita De Gregorio, chiamati dal Tribunale di Roma a far fronte ai debiti ancora insoluti, tra i quali le multe per le cause perse di diffamazione. La società Nie, editrice del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, ha dichiarato fallimento a giugno 2014 e non ha più potuto far fronte alle richieste dei creditori di circa 32 milioni di euro. In particolare per le multe delle cause di diffamazione perse, la legge prevede che i risarcimenti siano pagani per l'80% dall'editore, per il 10% dal direttore e l'ultimo 10% dal giornalista che ha firmato l'articolo diffamatorio. Tutti e tre sono comunque responsabili in solido, quindi se una parte viene meno ai pagamenti, gli altri devono far fronte di tasca proprio. All'improvviso l'ex direttore De Gregorio si è vista richiedere dal Tribunale 400 mila euro, oltre al pignoramento della casa e dei suoi attuali redditi. "Una minaccia per la libertà di stampa" ha detto la De Gregorio, visto che niente può escludere che la stessa situazione non si possa ripetere per altre redazioni. Tutti gli ex giornalisti del quotidiano, durante una conferenza stampa alla Camera, hanno lamentato infatti di non aver mai ricevuto comunicazione dalla società dell'editore, né dai loro avvocati e neanche dal Tribunale, almeno finora: "Con una difesa adeguata - ha detto la De Gregorio - se fossimo stati in grado di produrre le carte sulla base delle quali si fondavano gli articoli, avremmo vinto e sono sicura che vinceremo in appello".