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Mafia Capitale, Marcello Veneziani: "Deluso dalla destra, tornate a fare i cortei, governare non fa per voi"

Gian Marco Crevatin
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"Fate i comizi, cortei e striscioni, non fate più gli assessori, i sindaci i presidenti. Non è cosa vostra". Cosa resta del mondo di destra ("Quella più estrema e cazzuta") dopo lo scandalo di Mafia Capitale? Ben poco, almeno a quanto afferma Marcello Veneziani nel suo disincantato commento su Il Giornale di oggi, 4 dicembre. Una destra "che aveva a volte coraggio fisico, ma non coraggio civile né intellettuale". Siete d'accordo con Marcello Veneziani? Votate il sondaggio Disilluso - Una destra che "non ha saputo rischiare, tentare di cambiare le cose, lasciare un segno vero sulla città, essere popolare e non chiusa in un cameratismo di setta de' noantri, selezionare i migliori e non gratificare i comparuzzi. Non ha osato - continua Veneziani - per carità, non sono stati peggio degli altri, dei loro avversari e dei loro alleati, sono rimasti nella media scadente, con alibi o l'aggravante dell'inesperienza". Nessuna sorpresa - D'altra parte, la penna del Giornale non si stupisce delle infiltrazione mafiosa nella politica della capitale ("Non c'è sorpresa, l'intreccio tra politica e malaffare è un network nazionale e le associazioni criminali si sono infiltrate nei gangli vitali del paese") ma la delusione è comunque evidente. "Lo scandalo romano - spiega Veneziani - tocca tutti, e questo dimostra, prima che la corruzione della politica, la sua fradicia permeabilità". Ma è della "sua" destra Veneziani non crede più: "gran parte di loro merita di rimpiangere il tempo in cui era nell'opposizione radicale, con viva preghiera di non diventare mai più forza di governo". Da lì la chiosa, "fate i comizi" appunto, ma niente "sindaci assessori o presidenti. Non è cosa vostra".

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