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Virus cinese, confermato il contagio da uomo a uomo: anche l'Europa a rischio

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Davide Locano
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Il virus cinese simile alla Sars che si sta diffondendo in Cina e che comincia a moltiplicarsi in tutto il mondo è trasmissibile da uomo a uomo: è quanto afferma un esperto della Commissione della salute pubblica del governo di Pechino cinese, Zhong Nanshan. Allarme, dunque, ai massimi livelli. L'origine del virus è stata individuata con discreta certezza in un mercato del pesce a Wuah, ma secondo Zhong, interpellato da Cctv, anche chi non ha visitato la città cinese potrebbe aver contratto il virus molto simile a quella Sars che tra il 2002 e il 2003 fece 650 morti tra Cina e Hong Kong. Leggi anche: Polmonite virale, primo morto in Cina In Cina il presidente Xi Jinping ha chiesto "sforzi risoluti" contro la diffusione del nuovo coronavirus. Ad ora sono oltre 139 i casi ufficiali di contagio segnalati in Cina nel solo fine settimana. Il bilancio alle 18 locali di lunedì 20 gennaio è di 224 asi di polmonite da nuovo coronavirus: 217 confermati e 7 sospetti dall'inizio dell'epidemia. I primi pazienti avevano segnalato di essere venuti in contatto con il mercato del pesce della città (chiuso il 1 gennaio) ma ora la faccenda si fa più preoccupante perché le infezioni si moltiplicano e soprattutto hanno passato i confini del Dragone. Tre i morti ad ora, 36 le persone che versano in gravi condizioni. Il rischio è che il virus ora contagi anche l'Europa. Lo conferma il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità, Gianni Rezza, interpellato dall'Ansa e ripreso dal Corriere della Sera: "È verosimile che possa esserci stata una trasmissione interumana, da persona a persona, del coronavirus in Cina, anche se per ora è molto limitata. Al momento non possiamo escludere la possibilità che il virus arrivi pure in Europa o Italia; l'importante è identificare e isolare i casi. Se si interviene con rapidità si può infatti bloccare la diffusione, isolando gli infetti e procedendo alla quarantena dei contatti, ma è chiaro che questo si può fare solo se gli infetti non sono tanti", conclude Rezza.

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