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Legumi, lo studio del pool di esperti: infarti e ictus, perché non aiutano

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Davide Locano
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Esiste un nesso tra il consumo di legumi e le malattie cardiometaboliche? Una domanda a cui ha provato dare risposta un gruppo di esperti che ha stilato le nuove linee guida della European Association for the Study of Diabetes. Come riporta ilfattoalimentare.it, il risultato non offre conclusioni nette, ma comunque qualche spunto interessante. In primis, emerge in modo piuttosto nitido come la tendenza ad includere nella propria dieta piselli, lenticchie, fagioli e altri legumi è di aiuto nel ridurre alcuni indici di rischio cardiovascolare. Leggi anche: Tumore al polmone, non tutti i fumatori rischiano allo stesso modo La ricerca si basava su 28 differenti studi, nei quali si analizzavano casi di infarto, ictus, diabete, ipertensione, obesità e la mortalità associata a questi mali. La ricerca ha dimostrato che chi consuma più legumi ha una diminuzione del rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare dell'8%, una malattia coronarica del 10%, ipertensione del 9% e obesità del 13% rispetto a chi ne consuma di meno. Al contrario, non sono state rintracciate associazioni degne di rilievo con l'incidenza di infarti, ictus e diabete, né con la mortalità da patologie cardiovascolari, coronariche e ictus.

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