Alitosi, problema nascosto: non solo cattivo odore. Quale grave malattia potrebbe rivelare
La notizia è che Elisa Isoardi ha l'alito cattivo, e nel giorno del suo compleanno, il 27 dicembre, mentre conduceva in diretta La prova del cuoco su RaiUno, il suo ospite della puntata, Claudio Lippi, le ha regalato caramelle per fronteggiare il suo fiato all' aroma di cipolla, gelando la conduttrice con una battutaccia dal retrogusto più amaro che ironico per una donna: "Ecco perché te li sei giocati tutti". L'odore sgradevole dell' alito in medicina è chiamato "alitosi", è un sintomo patologico e può essere la spia anche di malattie che con la bocca non hanno nulla a che fare. Questo sintomo aereo, infatti, viene sprigionato dai composti volatili solforati (Cvs) responsabili del cattivo odore, che sono prodotti dalla proliferazione di alcuni batteri anaerobi, che si riproducono cioè in assenza di ossigeno, che prevalgono su quelli saprofiti e che metabolizzano e decompongono le sostanze proteiche presenti nei residui di cibo, di muco o di saliva, alterando il pH della bocca. Le cause dell' alitosi possono essere intra-orali ed extra-orali, e tra le prime la più comune è la cattiva igiene della bocca, oltre alle patologie locali, quali carie dentali, parodontiti, gengiviti, lesioni della lingua o del palato, afte, stomatiti su base fungina o batterica, e tutte quelle condizioni che alterano la produzione e la composizione della saliva, il cui compito è lubrificante, disinfettante e di mantenimento del pH ad un livello tale da impedire la crescita di batteri. Ogni giorno le ghiandole salivari producono 1.500 ml. di saliva, che pulisce la bocca per poi venire ingoiata, ma quando tale secrezione diminuisce si instaura la xerostomia, ovvero la secchezza delle fauci, favorita per esempio da molti farmaci e tipica di chi russa e respira o dorme a bocca aperta, che è una causa frequente di alitosi, in quanto la ridotta salivazione favorisce la formazione di un strato invisibile e non sterile nel cavo orale, una placca sottile e maleodorante sulla lingua, palato, gengive e pareti guanciali, alimentata dai batteri che si moltiplicano indisturbati, sprigionando le loro sostanze volatili dai diversi odori. Per approfondire leggi anche: Lavarsi i denti: l'errore che non devi mai fare Test del respiro - Le cause extra-orali dell' alitosi, invece, comprendono le patologie nasali (ipertrofia dei turbinati ed infiammazioni dei seni fronto-parietali), tonsillari (infiammazioni ed infezioni), laringo-faringee (flogosi e malattie neoplastiche), le patologie polmonari (polmoniti, bronchiti, ascessi polmonari, infezioni e cancro del polmone), le patologie del tratto gastro-enterico (esofagite, gastrite, Helicobacter-Pylori, reflusso gastro-esofageo, enterite e colite, oltre a tutte le patologie tumorali del tubo digerente, dall' esofago, allo stomaco e all' intestino). Ma anche le malattie metaboliche come l'uremia dell'insufficienza renale, l'ammoniemia delle epatiti, o la cheto-acidosi del diabete, alterano in modo caratteristico l' odore dell' alito, che in medicina viene definito uremico, epatico o chetonico, a seconda della malattia alla quale è associato, ed il suo aroma è talmente riconoscibile che un medico è in grado di diagnosticare la patologia soltanto annusando l' aria emessa dalla bocca del paziente, come, per esempio, accade spesso nei bambini che vomitano e restano digiuni e a corto di zucchero, e per questo sviluppano acetone. L' alitosi, il cui nome scientifico è bromopnea, colpisce i soggetti di qualunque sesso ed età, ma il problema si esacerba in coincidenza di infiammazioni, infezioni e malattie piu gravi come il cancro, per il quale esiste un innovativo test del respiro che permette, insufflando aria in un apparecchio cromatografo che dosa i gas, di diagnosticare con certezza la presenza o meno dei metaboliti organici volatili della neoplasia, e che in alcuni casi è in grado di individuare anche l' organo di provenienza del tumore (il progetto pilota per testare i soggetti sani a scopo preventivo è attuato presso l' Universita Cattolica Campus Biomedico di Roma e presso lo IEO, Istituto Europeo di Oncologia di Milano), e tale test promette diagnosi precocissime del cancro, poiché i composti volatili da esso prodotti e liberati con il respiro, soprattutto quelli del tumore del polmone e dello stomaco, si sviluppano già all' esordio della malattia, quando è ancora molto difficile individuarla con le indagini radiologiche e strumentali. Grazie a questo test si sono già potuti diagnosticare pazienti con il cancro del polmone iniziale con una precisione che sfiora il 95%, e quelli con carcinoma gastrico e colon-rettale con una sicurezza che andava oltre il 75%, aprendo la strada ad una quasi certa probabilità di guarigione completa di questi pazienti, sui quali si può intervenire precocemente anche a scopo preventivo. Soggetti affetti - Analizzando quindi il "soffio" delle persone con il "Breath-Test" è possibile rilevare nell' aria emessa la presenza di sostanze tipiche di molte patologie, incluso il cancro, il cui odore traspira anche dalla pelle e dalle urine, ed in alcuni centri oncologici italiani vengono addirittura usati cani addestrati ad annusare e riconoscere le sostanze patologiche, poiché questi amici dell' uomo sono in grado con il loro olfatto di individuarle molto prima dei più sofisticati metodi clinici e strumentali. I soggetti affetti da alitosi, per mascherarla, sono inclini ad usare caramelle o gomme da masticare, le quali creano una momentanea riduzione del disturbo, senza ovviamente eradicarne le cause. I dentifrici a base di proteine salivari contenenti il lattoperossidasi-tiocianato (sbiancanti) sono da evitare in quanto, inducendo un aumento della produzione di perossido d' idrogeno del 60%, uccidono I batteri ad esso sensibili, riducendo i commensali che rappresentano una importante protezione del cavo orale dall' ingiuria di microbi, miceti e virus. Nell' alitosi la terapia antibiotica è imperativa solo nel caso della presenza dell' Helicobacter Pylori, mentre è inefficace in tutti gli altri casi di disordine del microbiota della placca orale. In genere per la terapia di questa patologia vengono prescritti collutori ad attività antibatterica, i quali però rischiano di selezionare una flora microbica resistente, aumentando il rischio di colonizzazione da parte di batteri patogeni, aggravando, anziché ridurre, l' alitosi. La terapia più utile è la somministrazione di Lactobacillus reuteri, in dosi giornaliere di 50 mg. per un mese o più, in compresse orosolubili, allo scopo di reintegrare il microbiota orale danneggiato e per inibire la formazione del biofilm che causa l' odore sgradevole, poiché questa sostanza sintetizza la reuterina antibatterica, normalmente presente nella saliva, utilizzando glicerolo e glucosio, il cui catabolismo produce acido lattico, con abbassamento del pH salivare. Inoltre la lattoferrina possiede anche una potente attività antinfiammatoria, ed è ormai accertato che tutte le patologie del cavo orale sono associate alla flogosi, e l' uso di questa molecola nel 98% dei pazienti elimina ogni odore emanato dalla bocca durante l' eloquio. Ovviamene la priorità è diagnosticare e curare la malattia sottostante di base che provoca l' alitosi, la quale non deve essere percepita come una situazione vergognosa da mascherare, perché, se non provocata da cibi alitogeni come aglio o cipolla, è un sintomo utilissimo e prezioso non da nascondere ma da indagare, che rivela una patologia in atto, e che a volte può addirittura salvare la vita. di Melania Rizzoli