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Digitale terrestre, niente asta per Mediaset, Rai e Telecom

Tre blocchi di frequenze in palio, non potrà partecipare chi ha più di due multiplex (ma c'è... il secondo tempo). Paletti anche per Sky

Giulio Bucchi
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L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stoppa Rai, Mediaset e Telecom Italia Media. Il via libera alle nuove regole sul digitale terrestre, infatti, prevede che alla prossima asta di frequenze (che compongono tre reti televisive digitali terrestri nazionali con un diritto d'uso ventennale) non potrà partecipare chi già dispone di più di due multiplex. E' il caso, appunto, dei colossi sopra citati: Mediaset e Rai ne possiedono 4, Telecom Italia Media (senza più La7, ma che ne ha mantenuto le infastrutture) ne possiede tre. Nulla di irrecuperabile, comunque, perché l'Agcom ha fissato il tetto massimo a 5 multiplex, dunque i big potranno acquistare frequenze dai vincitori dell'asta in un secondo momento, sempre previo accordo con l'Authority. Sky, che detiene il monopolio delle frequenze sul satellite, non potrà comprare più di un multiplex sul digitale terrestre. Tra 5 anni ci saranno all'asta altre tre blocchi di frequenze, che saranno riservati agli operatori telefonici di quarta generazione (Lte). La palla ora passa al Ministero dello Svilippo economico presieduto da Corrado Passera, chiamato a scrivere il bando e indire l'asta. Difficile, però, che i tempi siano brevi: più probabile che il governo passi la palla al prossimo esecutivo per non aggiungere sul tavolo un'altra grana politica a quelle, pesantissime, di Quirinale e Palazzo Chigi.    

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